Papa Francesco ha rinnovato il suo appello di pace ieri dal Palazzo Apostolico Vaticano mentre riceveva in udienza i partecipanti al pellegrinaggio di giovani dal Belgio: “Stiamo attraversando momenti difficili per l’umanità, che è in grande pericolo – ha detto il Pontefice – pertanto vi dico siate artigiani di pace intorno a voi e dentro di voi; ambasciatori di pace, affinché il mondo riscopra la bellezza dell’amore, del vivere insieme, della fraternità, della solidarietà”.
Il suo messaggio era rivolto ai giovani, invitandoli a non “chiudersi” di fronte alla guerra, ma a vederla come una “crisi” che “fa crescere”. Il Papa ha già sottolineato più volte che una soluzione del conflitto può arrivare solo tramite un contributo da entrambe le parti. Invitando a non demonizzare l’avversario, ma a capire i motivi delle sue azioni.
Ha evocato anche la sua volontà di rinvigorire la chiesa ed avvicinarla ai giovani: “So che avete sete di una Chiesa vera e autentica, fatta di uomini e donne dalla fede viva e contagiosa. E allora invito ciascuno di voi a porsi questa domanda: Qual è il mio contributo per una comunità cristiana gioiosa? La gioia dev’esserci sempre, perché, sapete, i cristiani con la faccia da funerale non funzionano, non sono cristiani”. Papa Bergoglio infatti è all’origine di una campagna di riqualificazione della reputazione della Chiesa Cattolica, un’istituzione che non sfugge a risentimenti da diverse parti del mondo.
“Come ambasciatori della gioventù belga per la preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù del 2023 in Portogallo – ha aggiunto -, vi invito a coltivare la vicinanza a tutti i giovani, in particolare a quelli che vivono in situazioni precarie, ai giovani migranti e rifugiati, ai giovani di strada, senza dimenticare gli altri, specialmente coloro che fanno esperienza di una vita di solitudine e di tristezza”. Ha infine ricordato ai suoi ascoltatori di non avere bisogno di “essere supereroi, ma piuttosto persone sincere, vere e libere”.