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Papa Francesco: “Ascoltare il grido dei migranti. Non facciamoci incantare dalle sirene del populismo”

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Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 13 Nov. 2022 alle 11:41

Nell’omelia della messa celebrata in occasione della Giornata per i Poveri, Papa Francesco ha parlato dei migranti. “Anche oggi, molto più di ieri, tanti fratelli e sorelle, provati e sconfortati, migrano in cerca di speranza, e tante persone vivono nella precarietà per la mancanza di occupazione o per condizioni lavorative ingiuste e indegne – ha detto il Pontefice -. E anche oggi i poveri sono le vittime più penalizzate di ogni crisi. Ma, se il nostro cuore è ovattato e indifferente, non riusciamo a sentire il loro flebile grido di dolore, a piangere con loro e per loro, a vedere quanta solitudine e angoscia si nascondono anche negli angoli dimenticati delle nostre città”.

“Facciamo nostro l’invito forte e chiaro del Vangelo a non lasciarci ingannare – ha detto Papa Francesco -. Non diamo ascolto ai profeti di sventura; non facciamoci incantare dalle sirene del populismo, che strumentalizza i bisogni del popolo proponendo soluzioni troppo facili e sbrigative. Non seguiamo i falsi “messia” che, in nome del guadagno, proclamano ricette utili solo ad accrescere la ricchezza di pochi, condannando i poveri all’emarginazione”.

“Al contrario, ‘rendiamo testimonianza’: accendiamo luci di speranza in mezzo alle oscurità; cogliamo, nelle situazioni drammatiche, occasioni per testimoniare il Vangelo della gioia e costruire un mondo più fraterno, almeno un po’ più fraterno; impegniamoci con coraggio per la giustizia, la legalità e la pace, stando a fianco dei più deboli. Non scappiamo per difenderci dalla storia, ma lottiamo per dare a ‘questa’ storia, che noi stiamo vivendo, un volto diverso”.

“Anche oggi viviamo in società ferite e assistiamo, proprio come ci ha detto il Vangelo, a scenari di violenza, di ingiustizia e di persecuzione; in più, dobbiamo affrontare la crisi generata dai cambiamenti climatici e dalla pandemia, che ha lasciato dietro di sé una scia di malesseri non soltanto fisici, ma anche psicologici, economici e sociali”, ha detto ancora Papa Francesco. “Anche oggi vediamo sollevarsi popolo contro popolo e assistiamo angosciati al veemente allargamento dei conflitti, alla sciagura della guerra, che provoca la morte di tanti innocenti e moltiplica il veleno dell’odio”.

Esiste però “l’opportunità di fare qualcosa di buono a partire dalle circostanze della vita, anche quando non sono ideali. E’ una bella arte tipicamente cristiana: non restare vittime di quanto accade, ma cogliere l’opportunità che si nasconde in tutto ciò che ci capita, il bene che è possibile costruire anche a partire da situazioni negative”. Infatti “ogni crisi è una possibilità e offre occasioni di crescita. Ce ne accorgiamo se rileggiamo la nostra vicenda personale: nella vita, spesso, i passi in avanti più importanti si fanno proprio all’interno di alcune crisi, di situazioni di prova, di perdita di controllo, di insicurezza”.

Infine la guerra: “Anch’io faccio questa domanda oggi: che cosa ci sta dicendo il Signore davanti a questa terza guerra mondiale? Che cosa ci sta dicendo il Signore? Non fuggire farsi la domanda: cosa mi dice il Signore e cosa posso fare io di bene? Oggi ognuno di noi deve interrogarsi davanti a tante calamità, davanti a questa terza guerra mondiale così crudele, davanti alla fame di tanti bambini, di tante gente – ha aggiunto Bergoglio -: io posso sprecare, sprecare i soldi, sprecare la mia vita, sprecare il senso della mia vita senza prenderne coraggio e andare avanti?”.

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