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    Papa Francesco: “Dolore per i migranti morti in mare. E c’è qualcuno che non li lascia sbarcare in nome di Dio”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 23 Gen. 2022 alle 12:40 Aggiornato il 23 Gen. 2022 alle 12:58

    Papa Francesco: “Dolore per i migranti morti in mare”

    “Quanto dolore nel vedere fratelli e sorelle morti in mare perché non li lasciano sbarcare, e qualcuno lo fa ‘nel nome di Dio'”: lo ha dichiarato Papa Francesco parlando dei migranti nel corso della Messa per la terza Giornata della Parola.

    Durante l’omelia, il Pontefice ha sottolineato l’importanza di prendersi cura del prossimo. “Gesù, all’inizio della sua missione, annuncia una scelta precisa: è venuto per la liberazione dei poveri e degli oppressi. Così, proprio attraverso le Scritture, ci svela il volto di Dio come di Colui che si prende cura della nostra povertà ed ha a cuore il nostro destino”.

    “Ecco il lieto annuncio che Gesù proclama davanti allo sguardo stupito di tutti: Dio è vicino e si vuole prendere cura di me, di te, di tutti – ha aggiunto il Santo Padre – Vuole sollevarti dai pesi che ti schiacciano, vuole riscaldare il freddo dei tuoi inverni, vuole illuminare le tue giornate oscure, vuole sostenere i tuoi passi incerti. E lo fa con la sua Parola, con la quale ti parla per riaccendere la speranza dentro le ceneri delle tue paure, per farti ritrovare la gioia nei labirinti delle tue tristezze, per riempire di speranza l’amarezza delle tue solitudini”.

    “Fratelli, sorelle, chiediamoci: portiamo dentro al cuore questa immagine liberante di Dio, oppure lo pensiamo come un giudice rigoroso, un rigido doganiere della nostra vita?” ha quindi chiesto Bergoglio ai fedeli.

    “Il culto più gradito a Dio è prendersi cura del prossimo. Dobbiamo tornare su questo, in un momento in cui nella Chiesa ci sono tentazioni di rigidità”. Secondo Papa Francesco queste tentazioni sono “un’aberrazione. Si crede che per trovare Dio si debba diventare sempre più rigidi, con più norme. Non è così. Quando noi vedremo proposte rigide, pensiamo subito: questo è un idolo, non è Dio. Il nostro Dio non è così”.

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