Angelus, Papa Francesco: “No a logica dello scarto. Ogni vita va custodita sempre”
No alla negazione della vita e alla cultura dello scarto dettata dall’umiliazione della donna, la negazione del diritto alla vita per anziani malati e bambini, dalla vergognosa logica del profitto che riduce la donna in schiavitù. Papa Francesco lo ha sottolineato oggi, domenica 6 febbraiio 2022, al termine della recita dell’Angelus, ricordando una serie di appuntamenti che riguardano l’Italia e la comunità internazionale in questi giorni. “Oggi è la giornata contro le mutilazioni genitali femminili”, ha ricordato il Pontefice. “Tre milioni sono le ragazze che ogni subiscono tale intervento ogni anno, questa pratica umilia la dignità della donna e attenta gravemente alla sua integrità fisica”. Martedì prossimo, poi, “sarà la giornata di riflessione e preghiera contro la tratta delle persone. Una ferita profonda scaturita dalla ricerca vergognosa di interessi economici: tante ragazze che vediamo per le strade schiave della tratta, che se non portano soldi le picchiano. Oggi succede questo nelle nostre città. Pensiamoci sul serio. Davanti a queste piaghe dell’umanità esprimo il mio dolore ed esorto chi ha responsabilità ad agire in modo deciso per impedire sfruttamento e pratiche umilianti che affliggono in particolare donne e bambine”, ha aggiunto. Inoltre “oggi in Italia giornata della vita, che ha al centro il principio del custodire ogni vita. Vale per tutti: anziani, malati, bambini cui si impedisce di nascere. Risposta alla logica dello scarto e del calo demografico. Ogni vita va custodita sempre”.
Il Papa ha poi voluto ricordare Rayan, il bambino morto in Marocco dopo essere caduto in un pozzo. Poi ha citato tra le “testimonianze che ci fanno bene”, anche il paese del Monferrato che ha agito all’unisono per riportare a casa un giovane immigrato ghanese che, malato di cancro, aveva come unico desiderio quello di morire tra le braccia del padre. “Siamo abituati a leggere sui media tante cose brutte, ma io vorrei oggi menzionare due cose belle: una è dal Marocco, dove tutto un popolo si è stretto per salvare Rayan, lavorando per salvare un bambino”, ha detto Bergoglio alla fine dell’Angelus, “Ce l’ha messa tutta. Purtroppo non c’è l’ha fatta ma oggi vedevo sul Messaggero quelle foto di un popolo che cerca di salvare un bambino. Grazie a quel popolo”. “L’altra nel Monferrato, in Italia”, ha proseguito, “John, un ragazzo ghanese di 25 anni, migrante, con tutte le sofferenze che ha passato per arrivare. Alla fine si è sistemato, ha iniziato a lavorare in una azienda vinicola, e poi si è ammalato di un cancro terribile, era in fin di vita. Quando gli hanno detto la verità ha detto ‘vorrei tornare a casa ad abbracciare il mio papà prima di morire’, e quel paese del Monferrato ha fatto una raccolta e, imbottito di morfina, lo hanno messo su un aereo per morire nelle braccia del papà. Oggi, in mezzo a tante brutte notizie ci sono tanti santi della porta accanto. Grazie di queste testimonianze che ci fanno bene”.