Papa Francesco: “Alcuni mi volevano morto, preparavano il conclave”
“[Sono] ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto”. È la risposta secca data da papa Francesco a una domanda sulle proprie condizioni di salute, a due mesi e mezzo dall’operazione al colon a cui si è sottoposto al policlinico Gemelli di Roma. “Fare quell’intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi”, ha ricordato. “Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti”.
In un colloquio tenuto con i gesuiti nel corso del suo recente viaggio in Slovacchia, oltre ad allontanare i timori sulla sua salute, il papa ha anche riservato alcune parole per i suoi critici e chi all’interno del Vaticano già si stava preparando alla sua successione. “So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto”, ha detto il papa durante il colloquio, riportato da Civiltà Cattolica, la rivista ufficiale della Compagnia di Gesù. “Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene”.
“Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l’ho anche detto ad alcuni di loro”, ha detto Francesco, parlando di “una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi” e di chierici “che fanno commenti cattivi sul mio conto”.
“A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie”, ha continuato. “Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare, predicare… Alcuni mi accusavano di non parlare della santità. Dicono che parlo sempre del sociale e che sono un comunista. Eppure ho scritto una Esortazione apostolica intera sulla santità, la Gaudete et Exsultate”.
Francesco è anche tornato sul tema della messa in latino, chiarendo che chi vuole celebrare il rito antico adesso deve chiedere permesso a Roma. “Adesso spero che con la decisione di fermare l’automatismo del rito antico si possa tornare alle vere intenzioni di Benedetto XVI e di Giovanni Paolo II”, ha detto. “Ma ci sono giovani che dopo un mese di ordinazione vanno dal vescovo a chiederlo. Questo è un fenomeno che indica che si va indietro”, ha aggiunto, spiegando con un aneddoto come per i sacerdoti più giovani sarebbe invece auspicabile apprendere lingue che li possano avvicinare ai fedeli.