Le parole di Paola Egonu a Vanity Fair in vista del Festival di Sanremo 2023 (sarà co-conduttrice): “Fare un bambino? Se facessi un figlio nero rivivrebbe lo schifo che ho vissuto io” non è piaciuta a tutti.
Tra questi il sindaco di Cittadella, il leghista Luca Pierobon, che ha respinto le critiche di chi parla di razzismo nella sua città. “Sono cresciuta in un contesto in cui lo standard di bellezza presupponeva l’essere bianca. E, sa, i ragazzini possono essere molto spiacevoli”, ha detto Paola, nata e cresciuta nel padovano, 24 anni compiuti due mesi fa. “Io ero sempre la più alta, ero nera, con questi ricci che odiavo. A un certo punto mi sono rasata a zero. Peccato che poi venivo presa in giro perché non avevo i capelli. La vita era uno schifo. Io mi sentivo uno schifo”.
“Paola Egonu è una grande campionessa e mi complimento con lei – le parole del sindaco Perobon riportate da Leggo e altre testate -. Non entro nel merito di quanto ha raccontato nell’intervista, non mi va però che per l’ennesima volta il nome di Cittadella (sede dell’ospedale dov’è nata e che appare come la cittadina dove sembra abitare) venga associata agli aspetti così negativi che descrive”.
“Cittadella, i luoghi contermini, il Veneto, non sono terre di razzisti. È ora di finirla – ha tuonato -. Qui si accolgono gli immigrati, eccome! Chi vuole integrarsi lo può fare. Invito Paola a Cittadella. Visitiamo assieme il camminamento di ronda, borghi e frazioni, andiamo a pranzo, giriamo tra la gente, nei negozi e vedrà, e non perché ora è conosciutissima, che non c’è nessun problema quando tutti si comportano bene. Non nego ci siano episodi e avvenimenti, compiuti da stupidi, a sfondo razzista che vanno assolutamente e pesantemente perseguiti. Da qui a fare di tutta un’erba un fascio però ce ne passa”.
Poi la frecciatina sullo stipendio della pallavolista: “Paola, da campionessa, ha un ruolo importante e un’ampia visibilità, spiace continui a usarla per criticare facendo passare tutti i cittadini di qui come razzisti. Attraverso lo sport è una ambasciatrice. Mi chiedo, allora, perché attualmente giochi con un contratto milionario in Turchia, dove non mi sembra che, a cominciare dai diritti delle donne, siano campioni di democrazia. Forse si mettono questi principi da parte quando si ha a che fare con tanti soldi?”.