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    Pandoro-gate, cambia l’ipotesi di reato: si va verso l’inchiesta per truffa

    Di Giovanni Macchi
    Pubblicato il 8 Gen. 2024 alle 12:05 Aggiornato il 8 Gen. 2024 alle 12:51

    Truffa anziché frode in commercio. Potrebbe cambiare l’ipotesi di reato su cui la Procura di Milano sta indagando per il caso del pandoro griffato Chiara Ferragni e prodotto da Balocco.

    A riportarlo è un lancio dell’agenzia di stampa Ansa, secondo cui la Guardia di Finanza meneghina ha depositato in Procura una relazione che attribuisce particolare valore all’istruttoria svolta dall’Autorità Antitrust che alcune settimane fa ha portato a una sanzione da oltre un milione di euro per le due aziende per pratica commerciale scorretta.

    Da precisare che il fascicolo aperto dalla magistratura non vede per il momento nessun indagato. Secondo l’Ansa, l’informativa del Nucleo di polizia economico-giudiziaria delle Fiamme Gialle metterebbe in evidenza alcuni elementi dell’istruttoria dell’Antitrust, in particolare alcuni e-mail scambiate fra l’azienda di Ferragni e la Balocco, che potrebbero portare a configurare il reato di truffa, anziché quello di frode in commercio, come finora ipotizzato.

    Si tratterebbe di una fattispecie più grave: la frode in commercio, disciplinata dall’articolo 515 del Codice Penale, prevede una pena fino a due anni, mentre per la truffa, regolata dall’articolo 640, sono previsti da uno a cinque anni.

     

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