Nel corso della storia, i picchi di mortalità dovuti a guerre e carestie sono stati seguiti da un aumento delle nascite, mentre l’influenza spagnola ha portato a un temporaneo calo della fertilità prima di riprendersi durante un “baby boom”. Contrariamente a questa tendenza storica, l’emergenza sanitaria Covid-19 causerà plausibilmente un calo della fertilità, senza i fattori che hanno portato a un baby boom in passato.
Questo è quanto emerge da uno studio pubblicato dalla rivista Science, a cura dei ricercatori della Bocconi Arnstein Aassve, Nicolò Cavalli, Letizia Mencarini, Samuel Plach e Massimo Livi Bacci dell’Università di Firenze. Gli autori sottolineano le differenze nello sviluppo delle popolazioni e il loro stadio di transizione demografica per trarre conclusioni accurate dalle ricerche esistenti.
Ma non ci sono solo effetti negativi derivanti da questa pandemia. Almeno, non solo. Una conseguenza positiva legata al lockdown che ha costretto a casa diverse centinaia di milioni di persone nel mondo c’è: si è assistito in alcuni Paesi europei, e non solo, ad un vero e proprio crollo delle nascite di bambini prematuri. A testimoniarlo, dati alla mano, è uno studio condotto in Irlanda, al momento in pre-pubblicazione su MedRxiv, che ha registrato una riduzione drastica, pari a ben il 73%, del numero di neonati venuti alla luce con peso molto basso (meno di 1,5 kg) ed estremamente basso (meno di 1 kg).
L’Irlanda ha disposto il lockdown dal 12 marzo al 18 maggio. I medici, autori dello studio, hanno esaminato le statistiche dell’ospedale universitario di Limerick, l’unico ospedale materno-infantile per una popolazione di 473.000 persone nelle contee di Limerick, Clare e North Tipperary. Il risultato è stato più che evidente: prendendo in considerazione il periodo da gennaio al 30 aprile 2020, il numero di bambini con peso inferiore a 1,5 kg e sotto 1 kg (peso che classifica la prematurità) è diminuito del 73% rispetto alla media dei 20 anni precedenti (su un totale di circa 30.000 nascite in 50 anni). Non solo. Durante questi 20 anni la media era di 8,18 prematuri ogni 1.000 nascite; da qui lo stupore nel registrare, durante il periodo di ‘confinamento’, un tasso di 2,17 ogni 1.000 nati per i bambini sotto 1,5 kg, e addirittura zero nascite sotto 1 kg.
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