È ancora sotto shock la madre della bambina di 10 anni soccorsa per un principio di ipotermia mentre era a scuola, nell’aula dell’istituto “Emanuela Loi” di Passo di Rigano, vicino Palermo.
“Quando con un filo di voce mi ha detto ‘mamma scusami, mamma ti voglio bene’ ho temuto il peggio, ho temuto di perderla”, dice con rabbia verso una situazione assurda: i riscaldamenti erano rotti, e i bambini sono stati costretti a fare lezione al freddo.
Ora la piccola ha una virosi respiratoria, per la quale più volte è stata fatta visitare in guardia medica. “Dobbiamo continuare la terapia, è ancora provata, ma fortunatamente sta meglio”, dice la donna in un’intervista a Repubblica. “Attorno alle 13.17 la scuola contatta mio marito per informarlo che la bambina non sta bene – ricostruisce la madre – lui ha avvertito me e subito mi sono precipitata, ma la segnalazione mi ha stupito. Al mattino, la piccola non aveva alcun problema. Durante il tragitto, vengo contattata anche io. Mi invitavano a fare in fretta. Lì mi sono preoccupata davvero”.
Giunta a scuola vede sua figlia: “Era pallidissima, con le gambe rigide, batteva i denti e tremava in modo incontrollato. Io ero terrorizzata”.
Nessuno aveva chiamato i soccorsi, “ho dovuto farlo io, con il mio cellulare”, spiega. “Nel frattempo ho provato a riscaldarla in ogni modo – aggiunge – era intorpidita, con le mani e i piedi gelidi. L’abbiamo subito portata in segreteria per farla stare in un ambiente più caldo”.
In alcune aule i riscaldamenti non funzionano da tempo, a punto che la mamma lo scorso anno nei giorni più freddi ha preferito tenere la figlia a casa.
Ora però il guasto è riparato: “I compagni di classe hanno chiamato mia figlia per dirle ‘Grazie a te, adesso stiamo al calduccio’. Loro sono dolcissimi, lei era contenta, ma a me tutto questo fa solo rabbia”.
Leggi l'articolo originale su TPI.it