“Io non lo sapevo, che avesse preso sei note disciplinari solo quest’anno”: è uno shock per il padre del ragazzo che ha aggredito la sua professoressa all’istituto Alessandrini di Abbiategrasso apprendere della pessima condotta di suo figlio in classe. Le segnalazioni sono sul registro elettronico e nella sua mente aprono domande che ogni genitore si porrebbe di fronte a un caso simile. Il giovane era stato segnalato per scherzi e trambusto, quelli che i compagni hanno definito “dispetti”, e che nessuno aveva immaginato potessero essere il preludio a un gesto deliberato di violenza.
Parlando con i sanitari l’uomo riflette: “È un disastro quello che è successo, è terribile, ma almeno è ancora con noi e cercheremo di andare avanti… perché poteva mettersi una corda al collo e adesso non era più qua”. Dopo aver accoltellato la sua insegnante, infatti, si era inferto ferite alla testa con la stessa lama. “Non ci sono state avvisaglie — ripete il padre ai medici — davvero nessun segnale che potesse farci pensare a una cosa di questo genere”.
Non ha precedenti con le autorità, non era in cura per disagi psicologici. I suoi compagni lo raccontano come un ragazzo ben integrato in casse. I medici del San Paolo gli hanno riscontrato un disturbo paranoide. Ha anche una lieve ferita alla testa. Prima di entrare a scuola aveva scambiato alcune parole con i compagni di classe, poi il raptus dopo che l’insegnante aveva chiesto a lui e ad altri se intendessero scusarsi per quegli “scherzi” che avevano creato problemi alla classe.