“Sono orgoglioso di lei”. Queste le prime parole che Renato Sala pronuncia, parlando con l’Ansa, dopo la notizia del rilascio di sua figlia, la giornalista Cecilia Sala, rimasta per venti giorni reclusa nel carcere iraniano di Evin [Chi è Renato Sala, il padre manager di Cecilia Sala].
“Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita”, racconta il genitore. “Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. È stato un lavoro di coordinamento straordinario”.
“Confidavo nella forza di Cecilia”, aggiunge il padre. “Dirò a Cecilia che sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda”.
Renato Sala spiega di aver sentito telefonicamente tre volte la figlia in queste settimane. “In questo periodo – osserva – ho avuto l’impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse”.
In questo difficile periodo il padre della giornalista ha potuto contare, quantomeno, sulla vicinanza anche personale di un importante rappresentante delle istituzioni: Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri.
“Abbiamo abitato per dodici anni a due passi l’uno dall’altro”, racconta Renato Sala. “C’è stata una frequentazione trasformata in un’amicizia. Il conforto di un’informazione, pur tutelata ma diretta e immediata indubbiamente ha aiutato molto”, ammette.