Covid, maltrattamenti e furti ai defunti nell’ospedale di Taranto
Casi di morti sospette, metodi brutali nel comunicare il decesso di un paziente e furti di cellulari, anelli e orologi che appartenevano ai degenti morti per Covid. È quanto emerge dalle testimonianze di alcuni familiari dei defunti nell’ospedale Moscati di Taranto che hanno sporto denunce dopo le quali la magistratura ha aperto una inchiesta, mentre l’Asl di Taranto ha avviato una indagine interna.
Sarebbero venute a mancare anche assistenza e condizioni di ricovero umanamente adeguate dicono i familiari di otto pazienti morti nel Moscati che si sono uniti nel gruppo ‘Per i nostri parenti’. Uno dei racconti più scioccanti è quello riportato da Repubblica. Il padre di Angela Cortese, Francesco, paziente dell’ospedale Moscati, 78enne e positivo al Covid. La figlia, avvocato, racconta di avere ricevuto la telefonata di un medico che, urlando, si lamentava perché l’anziano non sopportava la maschera per l’ossigeno. La donna domanda se il padre fosse lucido, se stesse lì vicino. Davanti al paziente, che era vigile, il medico avrebbe detto “Sì è qui, mi sta ascoltando, fra poco morirà!“. Pochi minuti dopo il medico avrebbe chiamato la figlia del paziente dicendo “gliel’avevo detto che moriva, ed è morto“. “Neanche i veterinari con i cani si comportano in questa maniera”, ha commentato la donna a Repubblica.