Open Arms: giallo sulle condizioni di salute dei migranti
I migranti sbarcati dalla Open Arms stanno bene. Anzi no. È giallo sulle condizioni di salute dei 13 naufraghi a cui è stato consentito di scendere dalla nave della Ong spagnola e di toccare terra a Lampedusa per ragioni mediche.
“Dei 13 fatti sbarcare solo uno aveva una otite, gli altri non avevano alcuna patologia, come abbiamo accertato in banchina. Infatti, sono stati tutti condotti nell’hotspot”, ha dichiarato il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio, intervistato dall’agenzia di stampa Ansa.
Invece, secondo la relazione dello staff Cisom (il Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta), compilata il 15 agosto, prima che venissero autorizzati gli sbarchi, a bordo della Open Arms ci sarebbero persone con diverse patologie, tra cui 20 casi di scabbia (qui le ultime notizie di oggi sulla Open Arms).
“C’è qualcosa che non funziona”, osserva Cascio, ex politico di Forza Italia, presidente dell’Assemblea regionale della Sicilia dal 2008 al 2012, succeduto nel ruolo di responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa a Pietro Bartolo, oggi europarlamentare del Pd.
Nella relazione del Cisom, firmata dal medico Katia Valeria Di Natale e dall’infermiere Daniele Maestrini, si riferisce che sulla Open Arms le condizioni-igienico-sanitarie sono “pessime” e si parla di “spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone”.
“I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri, non c’è possibilità di deambulare, sono presenti solo due bagni chimici e spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano”, si afferma nella relazione.
Secondo il Cisom, al momento degli accertamenti medici svolti prima dei 13 sbarchi, a bordo della nave c’erano 20 migranti con la scabbia, “numerosi” casi di cistite, un minore con il timpano perforato e l’otite purulenta, una minore fortemente anemica e astenica con perdite mestruali da 12 giorni, un uomo con cisti pilonidale infetta e una donna con crisi epilettiche, oltre a diversi casi di infezioni della cute “verosimilmente di origine stafilococcica”.
Sul caso della Open Arms è intervenuta anche l’Unione europea. La Commissione Ue ha sottolineato che “la situazione di persone bloccate in mare è insostenibile e ci ricorda ancora una volta che serve urgentemente una soluzione stabile per assicurare che le persone possano sbarcare rapidamente e in sicurezza e avere l’assistenza che serve”.