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    Open Arms, il medico di Lampedusa a TPI: “Nessuna emergenza sanitaria, non si faccia politica sulla pelle dei migranti”

    Francesco Cascio, responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa

    L'intervista a Francesco Cascio, responsabile del Poliambulatorio dell'isola

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 16 Ago. 2019 alle 18:49 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:22

    Open Arms, medico di Lampedusa: “I migranti sbarcati stanno bene”

    L’incredibile discrepanza tra la relazione dei medici che sono saliti a bordo della Open Arms e i referti dei medici del Poliambulatorio di Lampedusa che hanno visitato i 13 migranti sbarcati per esigenze sanitarie ci hanno portato a farci delle domande. E così, mentre la nave della Proactiva Open Arms, della omonima Ong spagnola, si trova ancora alla fonda al largo delle Pelagie con 134 migranti a bordo da giorni (qui tutti gli aggiornamenti sul caso della Open Arms), TPI ha sentito il responsabile del centro medico dell’isola, Francesco Cascio, per capire come sia possibile denunciare casi clinici e sanitari così diversi, quando la medicina dovrebbe invece essere una scienza e, per questo, non passibile di interpretazioni.

    Open Arms: giallo sulle condizioni di salute dei migranti
    Cascio, nella relazione che il Cisom ha rilasciato dopo il sopralluogo a bordo della nave della Open Arms si parlava di 20 migranti con casi gravi di scabbia, con sovrainfezioni batteriche e pustole.

    Tra le persone che hanno fatto sbarcare per ragioni mediche non abbiamo riscontrato casi di scabbia. A maggior ragione, così gravi come descritto nella relazione. E non credo che, avendo autorizzato lo sbarco di 13 persone per permettere loro di ricevere cure mediche, abbiano preferito far scendere dalla nave gente in salute, piuttosto che gente con casi gravi di scabbia come quelli di cui parlavano.

    Gente “in salute”?

    Il caso più grave che abbiamo medicato è quello di un migrante con un’otite media. Nessun timpano perforato, come si diceva invece nella relazione del Cisom. Abbiamo dato una terapia e anche il migrante in questione è stato trasferito con gli altri all’hotspot dell’Isola.

    E i casi di migranti con ferite da arma da fuoco?

    Erano ferite già cicatrizzate. A bordo, magari, viste le condizioni igienico-sanitarie, c’era il rischio che si infettassero. Anche in questo caso abbiamo disinfettato e disposto il trasferimento all’hotspot.

    Avete medicato tutti i migranti sbarcati al Poliambulatorio?

    No, i controlli sono stati effettuati direttamente sulla banchina del porto, non è stato necessario portare i migranti in ambulatorio, se non in due o tre casi.

    L’uomo con l’otite, i casi di ferite da arma da fuoco e…?

    Una donna per cui avevano segnalato anemia e astenia dovute a una emorragia mestruale che perdurava da più di dieci giorni. Ma anche in questo caso non abbiamo riscontrato nulla di tutto ciò e, una volta effettuato il prelievo del sangue per evidenziare eventuali carenze, abbiamo verificato che il livello di emoglobina era perfettamente nella norma e non indicava alcuna possibile emorragia.

    Le persone che avete visitato erano denutrite, disidratate?

    No. Ovviamente, non stavano bene, portavano addosso le tracce degli stenti. Stiamo parlando di persone che sono stipate da giorni e giorni su un’imbarcazione con altre centinaia di persone. Una situazione certamente di disagio. Ma non parlerei di emergenza, non nei termini per cui abbiamo dovuto mobilitare la Asp 6 di Palermo che ha inviato dei rinforzi al Poliambulatorio di Lampedusa. Anche perché in questo periodo sull’isola ci sono anche migliaia di turisti e il presidio medico altrimenti non avrebbe potuto farcela.

    Continuiamo a chiederci: com’è possibile che ci sia stata una tale divergenza tra la relazione del Cisom e i risultati che la sua squadra di medici ha refertato?

    Sinceramente non me lo spiego nemmeno io. Si tratta di professionisti del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, quindi non penso che, in qualità di esperti, abbiano potuto interpretare male la situazione fino a questo punto. E non voglio nemmeno pensare che quella relazione, che denunciava una emergenza sanitaria che in realtà, sulla base dei migranti sbarcati e visitati a terra, non sembra esistere, sia stata un tentativo per spingere la situazione della Open Arms fuori dallo stallo e forzare la mano al governo italiano

    Sarebbe davvero scorretto fare politica attraverso la medicina, lanciando allarmi che non esistono, sulla pelle dei migranti.

    Sa che anche lei, in qualità di ex politico di centrodestra, potrebbe essere accusato di minimizzare per ragioni politiche?

    Ho detto tante volte che alla politica ho preferito la medicina. Ormai la mia vita è questa. E comunque per me parlano i referti dei miei medici. Sono dati oggettivi e non contestabili.

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