Onu decreto sicurezza | Decreto sicurezza bis | News | Cosa è successo
Il Decreto sicurezza bis è diventato l’oggetto di scontro tra l’Alto commissariato per i Diritti umani (UNHCHR) dell’Onu e il Viminale. Una lettera per ammonire l’Italia sulla gestione dell’immigrazione, parole forti, botta e risposta serrato tra Onu e Matteo Salvini e un Consiglio dei Ministri previsto lunedì 20 maggio proprio per discutere del dl sicurezza: cerchiamo di capire meglio cosa è successo.
Decreto sicurezza in CdM – I due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono sempre più distanti, ma si incontreranno nella mattina di lunedì 20 maggio per il Consiglio dei Ministri e all’ordine del giorno c’è proprio la discussione del Decreto sicurezza bis.
Nella serata di domenica, il leader della Lega, ospite al programma di Massimo Giletti, ha visto lo sbarco dei migranti della Sea Watch a Lampedusa in diretta tv ed ha subito polemizzato: “Chi ha dato l’ordine ne dovrà rispondere. È stato qualche collega di governo?”.
“Vado in CdM per approvare il Decreto Sicurezza Bis che ha norme contro i camorristi, gli scafisti, i teppisti degli stadi. Delle polemiche non mi occupo” preme il leader della Lega, Matteo Salvini.
La lettera dell’Onu – Con una lettera di undici pagine, l’Onu chiede all’Italia di ritirare le direttive del Viminale sul salvataggio in mare e di interrompere immediatamente l’iter di approvazione del decreto sicurezza bis, che Matteo Salvini potrebbe portare già nel Consiglio dei ministri di lunedì (Qui la notizia e i dettagli della lettera dell’Onu all’Italia).
Insomma, si chiede di arginare la politica anti-immigrazione del ministro dell’Interno italiano. E le motivazioni sono tanto chiare quanto allarmanti: “Mette a rischio i diritti umani dei migranti, inclusi i richiedenti asilo”; “fomenta il clima di ostilità e xenofobia”, “viola le convenzioni internazionali”.
Onu decreto sicurezza | Diritti umani violati | Accusa
Violazione dei diritti umani – L’atto di accusa è contenuto nel testo che Beatriz Balbin, capo delle Special procedures dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani, ha inviato il 15 maggio all’ambasciatore italiano all’Onu Gian Lorenzo Cornado, per trasmetterlo al ministro italiano degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. E contiene ben due richiami al governo italiano.
L’oggetto del richiamo sono le due direttive che Salvini ha emesso tra marzo e aprile, sostanzialmente per ostacolare le attività delle Ong e della Mare Jonio, la nave della piattaforma Mediterranea impegnata nel salvataggio in zona Search and Rescue libica.
Oltre a richiamare il governo italiano al dovere della tutela delle vite umane in mare, l’Onu osserva come le direttive Salvini e l’esplicito trasferimento alla guardia costiera libica delle responsabilità del salvataggio in realtà possano provocare la violazione del non-refoulement, ovvero il principio, stabilito dalla Convenzione di Ginevra, secondo cui a un rifugiato non può essere impedito l’ingresso sul territorio né può esso essere deportato, espulso o trasferito verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate.
“È stato ampiamente documentato in diversi report dell’Onu che i migranti in Libia sono soggetti ad abusi, torture, omicidi e stupri quindi la Libia non può essere considerata un ‘place of safety‘ per lo sbarco”, scrive l’Alto Commissariato .
Onu contro decreto sicurezza | La politica | Matteo Salvini | Viminale
La risposta del Viminale – Il Dl sicurezza bis è “necessario, urgente e tecnicamente ineccepibile”, affermano fonti del Viminale, in riferimento alla lettera con cui l’Alto commissariato per i diritti umani del Palazzo di vetro denuncia il Decreto sicurezza bis. (Qui l’articolo completo).
Il Viminale non ha sottovalutato la lettera soprattutto alla luce della competenza e dell’autorevolezza delle Nazioni Unite in materia. Autorevolezza testimoniata da alcuni Paesi membri dell’Onu come Turchia e Corea del Nord.
“L’Onu pensi alla crisi in Venezuela”, hanno aggiunto fonti del Viminale.
Salvini spara sull’Onu – Salvini non indietreggia di un passo. Risponde a muso duro all’Onu invitandolo a occuparsi del Venezuela piuttosto che chiedere al governo italiano di ritirare il decreto sicurezza bis e insiste nel voler approvare domani in consiglio dei ministri le ulteriori norme contro le Ong.
“Un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, a Salvini per il decreto sicurezza, fa ridere, è da scherzi a parte”, questo il duro attacco del leader leghista all’Onu (qui l’articolo sulle dichiarazioni di Salvini contro l’Onu).
> Decreto sicurezza bis, Salvini risponde alla lettera dell’Onu: “È da scherzi a parte”
Decreto sicurezza bis | Cosa prevede
Decreto sicurezza cosa prevede –Il “decreto sicurezza bis”, messo a punto dal ministro dell’Interno il 10 maggio scorso, prevede multe per chi soccorre i migranti, ma non solo. Il decreto si compone di 12 articoli.
Il nucleo centrale prevede l’inasprimento delle misure contro i trafficanti di esseri umani e il potenziamento delle operazioni sotto copertura per contrastare l’immigrazione clandestina. Sono contemplate multe fino a 5500 euro per ogni migrante trasportato, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. (Qui cosa prevede il decreto sicurezza bis, punto per punto).
Onu decreto sicurezza | Sea Watch 3 | Sbarchi
Il decreto sicurezza e la Sea Watch – Il caso Sea Watch, la nave che il 15 maggio ha soccorso 65 migranti a largo della Libia e che si trova ora vicino Lampedusa (qui la notizia completa) è al centro del dibattito nazionale e si ricollega all’allarme lanciato dall’Onu. Lo sbarco o meno di questa nave serve anche da volano per alimentare discussione del Decreto sicurezza tra i vertici di governo.
Nella giornata del 20 maggio Matteo Salvini sulla Sea Watch ha detto: “Come ministro dell’Interno ho detto ‘costi quello che costi questo barcone non attracca e questi immigrati non scendono. Perché altrimenti non esiste più la legge. Vediamo questo tira e molla. Adesso hanno chiesto alla Capitaneria di Porto di prenderli a bordo perché li facciamo scendere noi: col piffero”.
> Sea Watch, Guardia di Finanza sale a bordo. Salvini “Non scende nessuno, questa nave è fuorilegge”
Cos’è l’Alto Commissariato per i Diritti Umani – L’ Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (in inglese United Nations High Commissioner for Human Rights, UNHCHR o OHCHR, in francese Haut-Commissariat des Nations unies aux droits de l’homme) è l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di promuovere e proteggere i diritti umani che sono garantiti dal diritto internazionale e previsti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948.
L’ufficio è presieduto dal Commissario per i diritti umani, che coordina le attività dei diritti umani in tutto il sistema delle Nazioni Unite e supervisiona il Consiglio dei diritti umani a Ginevra in Svizzera. L’attuale Alto Commissario è l’ex Presidente cileno Michelle Bachelet che ha assunto le sue funzioni il 1º settembre 2018.
A partire dal 2008, l’agenzia ha avuto un budget di 120 milioni di $ USA e 1.000 dipendenti con sede a Ginevra. È un membro ex-officio del Comitato del Gruppo di Sviluppo delle Nazioni Unite.
Altra cosa diversa è la branca dell’Onu dell’UNHCR: l’Agenzia delle Nazioni Unite fondata nel 1950 e specializzata nella gestione dei rifugiati e fornisce protezione internazionale ed assistenza materiale, e persegue soluzioni durevoli per la loro drammatica condizione.
> Lettera dell’Onu al governo italiano: “Il decreto sicurezza bis viola i diritti umani”
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