Omicidio Luca Sacchi: la ricostruzione di cosa è successo quella notte
Dopo le 5 custodie cautelari emesse nella mattinata di venerdì 29 novembre dal gip di Roma, sembrano essere arrivate a una svolta le indagini sull’omicidio di Luca Sacchi: alla luce delle ultime novità emerse, dunque, ecco la ricostruzione completa di cosa è successo quella notte.
Luca Sacchi (qui il suo profilo), personal trainer di 24 anni, viene ucciso con un colpo di pistola alla testa la sera del 23 ottobre davanti un pub nel quartiere Appio Latino, a Roma.
Secondo una primissima ricostruzione, fornita dalla sua fidanzata, la 25enne Anastasiya Kylemnyk (qui il suo profilo) che era con Luca al momento dello sparo, i due sono fuori dal pub John Cabot quando vengono aggrediti da due persone, i quali vogliono impossessarsi dello zaino della ragazza.
Luca reagisce e difende la sua fidanzata, mettendo a terra uno degli aggressori, mentre l’altro estrae la pistola e spara un colpo a bruciapelo.
La versione di Anastasiya, però, si rivela lacunosa e non convince del tutto gli inquirenti, i quali iniziano le indagini per capire cosa sia successo realmente.
Cosa è successo realmente: la ricostruzione completa dell’omicidio di Luca Sacchi
Trascorrono poche ore quando gli investigatori riescono a catturare i due aggressori: si tratta di Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, attualmente in carcere con l’accusa di concorso in omicidio pluriaggravato, rapina aggravata, detenzione illegale e porto in luogo pubblico di un’arma comune da sparo.
Con l’arresto dei due emergono le prime verità: quella che inizialmente sembrava un tentativo di rapina finito male, si rivela, in realtà, uno scambio di droga terminato nel sangue.
Secondo gli inquirenti, infatti, Del Grosso e Pirino si recano sul luogo dell’omicidio circa un’ora prima del delitto perché contattati da Giovanni Princi, amico d’infanzia di Luca Sacchi con precedenti per droga, il quale è interessato ad acquistare un grosso quantitativo di marijuana.
Una volta arrivati sul luogo, i due incontrano Princi e Anastasiya per verificare che i due abbiano effettivamente i soldi, 70mila euro, per acquistare 15 kg di droga.
Anastasiya apre uno zaino e fa vedere il denaro ai due spacciatori, i quali, così, danno l’ok all’operazione, promettendo loro di ritornare con la merce.
Tuttavia, ed è questo l’elemento emerso in queste ultime ore, quando Del Grosso vede i soldi, decide di rapinare i ragazzi senza vendere loro la droga.
Del Grosso, così, contatta Marcello De Propris, il 22enne arrestato oggi che controlla un giro di droga a San Basilio e che doveva fornire la marijuana ai due, sottoponendogli l’idea di derubare i ragazzi senza vendere loro la merce e chiedendogli in prestito una pistola.
De Propris accetta, Del Grosso e Pirino prendono la pistola e ritornano all’Appio Latino per lo scambio.
Qui, nel frattempo, Anastasiya non è più con Princi, il quale si trova all’interno del pub, ma con Luca. I due aggrediscono Anastasiya alle spalle e tentano di rubarle lo zaino, Luca reagisce, difende la sua fidanzata e riesce a bloccare a terra Pirino. Del Grosso estrae la pistola e spara a Luca Sacchi, il quale morirà poche ore dopo all’ospedale San Giovanni.
La fidanzata, l’amico d’infanzia e il sospetto del padre: “Forse si è fidato troppo”
Ma che ruolo ha avuto Luca Sacchi nella trattativa per la compravendita della droga? È la domanda che in molti si stanno facendo in queste ore. Luca ha partecipato attivamente all’acquisto della droga o è la sua fidanzata e il suo amico d’infanzia hanno ideato tutto alle sue spalle? Possibile che Luca sia venuto a conoscenza di ciò che la sua fidanzata e il suo amico Giovanni Princi stavano organizzando solamente quando lo scambio si stava effettivamente concretizzando?
“Allo stato attuale non ci sono elementi per dire che Luca Sacchi era coinvolto, partecipe e consapevole della compravendita della droga”: sono state le dichiarazioni del procuratore facente funzioni Michele Prestipino nel corso di una conferenza stampa indetta per illustrare le ultima novità emerse nell’inchiesta.
Sono gli ultimi tasselli di un puzzle, che lentamente si sta ricomponendo. Certo è che Alfonso Sacchi, papà di Luca, nel corso di una conferenza stampa indetta lo scorso 30 ottobre per sottolineare che suo figlio era un ragazzo “che nulla aveva a che fare con gli stupefacenti”, aveva espresso un dubbio, che oggi più che mai si sta rivelando profetico: “Forse Luca si è fidato troppo”.
E forse Luca si è veramente fidato troppo della sua fidanzata Anastasiya e del suo amico Giovanni Princi che a causa delle loro azioni hanno condotto Luca alla morte.
La famiglia Sacchi, tramite i loro difensori, gli avvocati Armida Decina e Paolo Salice, alla luce della svolta avuta sulle indagini relative all’uccisione del loro caro, rendono noto: “Non abbiamo mai avuto dubbi su nostro figlio, lui non c’entra assolutamente nulla con il mondo della droga. Anastasiya ci ha mentito su quanto avvenuto quella tragica sera e adesso è chiaro il motivo del suo strano allontanamento. Se ha sbagliato è giusto che paghi”.
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