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    Omicidio Loris Stival: la Cassazione conferma la condanna a 30 anni a Veronica Panarello

    La donna è accusata di aver ucciso il figlio di 8 anni

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 21 Nov. 2019 alle 20:24 Aggiornato il 21 Nov. 2019 alle 20:55

    Omicidio Loris Stival: Cassazione conferma condanna 30 anni a Panarello

    La Cassazione conferma la condanna a 30 anni a Veronica Panarello, accusata dell’omicidio di Loris Stival, il figlioletto di 8 anni.

    La Corte, dunque, ha confermato la sentenza del 5 luglio 2018 del processo di appello della Corte d’assise d’appello di Catania, che a sua volta aveva confermato la sentenza di primo grado.

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    La donna, dunque, è ritenuta responsabile dell’uccisione e dell’occultamento del cadavere del figlio Loris di 8 anni.

    Il bambino fu assassinato con delle fascette di plastica da elettricista il 29 novembre del 2014 nella sua casa di Santa Croce Camerina, in Sicilia.

    L’omicidio di Loris Stival

    Il caso dell’omicidio di Loris Stival, divenuto uno di quei casi di cronaca che hanno diviso e appassionato l’opinione pubblica, ha inizio il 29 novembre 2014 quando Veronica Panarello si è presentata alla stazione dei Carabinieri di Santa Croce Camerina, per sporgere denuncia per la scomparsa del figlio di 8 anni, Loris.

    La donna racconta di aver accompagnato il figlio a scuola, asserendo che forse fosse state rapito all’uscita dell’istituto scolastico, tuttavia le maestre smentiscono la tesi della mamma di Loris, affermando che il bambino quel giorno a scuola non è mai entrato.

    Nel pomeriggio, un contadino chiama i carabinieri dichiarando di aver trovato il cadavere di un bambino.

    Poco dopo, le forze dell’ordine si recano sul posto insieme alla stessa Veronica Panarello, che riconosce il cadavere del piccolo.

    La donna, interrogata in procura, viene successivamente arrestata con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere.

    Veronica Panarello si è sempre dichiarata innocente, ma le sue contraddizioni e il continuo cambio di versioni nel raccontare ciò che era successo quella mattina hanno convinto nel corso degli anni che la donna fosse responsabile dell’omicidio del figlio.

    Dopo aver raccontato di aver accompagnato il figlio a scuola, infatti, la Panarello cambiò versione, affermando che, mentre lei era distratta, il figlio si era autostrangolato giocando con le fascette di plastica.

    Successivamente, la versione di Veronica Panarello cambia ulteriormente: la donna racconta che Loris fu ucciso dal nonno paterno, con il quale lei aveva avuto una relazione. Il bambino era stato ucciso perché aveva scoperto la relazione. Il nonno del bambino si è sempre difeso dalle accuse, definendole calunnie.

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