Omicidio Giulia Tramontano, si indaga su un possibile complice di Alessandro Impagnatiello
Continuano le indagini sullo scioccante omicidio di Giulia Tramontano. Dopo la confessione di Alessandro Impagnatiello, gli inquirenti cercano di capire se qualcuno possa aver assistito il barman nelle fasi successive all’uccisione della compagna incinta di sette mesi.
Anche se, come precisa Il Corriere della Sera, dai controlli sui tabulati e da altri accertamenti svolti finora non sono emersi elementi che confermino il coinvolgimento di eventuali complici, rimangono i dubbi che qualcuno possa aver aiutato il 30enne. Particolare attenzione è rivolta alla ricostruzione dello spostamento del cadavere. Impagnatiello assicura di averlo trascinato da solo dalla casa al garage. Da qui lo avrebbe poi trasferito nel suo suv per poi lasciarlo nell’intercapedine dietro ai box, dove lo hanno trovato gli inquirenti dopo la confessione.
Nella sua versione, avrebbe caricato il corpo sull’auto nella notte tra martedì e mercoledì, un ritardo di “almeno 24 ore” rispetto alla stima fatta dal medico legale nel suo primo esame. Secondo quanto dichiarato l’addetto alle pulizie del palazzo, l’auto di Impagnatiello era parcheggiata con il baule rivolto verso la porta che dà accesso alle cantine già martedì mattina. “Come si lascia l’auto quando si deve caricare qualcosa di pesante”, ha detto ai carabinieri l’uomo, che non ha parlato di altre persone presenti. Una testimonianza che potrebbe avvalorare l’ipotesi di uno spostamento prima di quanto dichiarato da Impagnatiello.
Dopo l’omicidio, avvenuto tra le 19,05 e le 20,31 di sabato 27 maggio, l’uomo avrebbe pulito l’appartamento prima delle 23.20, l’ora in cui ha ricevuto una videochiamata dalla 23enne con cui aveva una relazione parallela, preoccupata per la sorte di Giulia. Durante la conversazione aveva mostrato alla ragazza un appartamento apparentemente pulito, senza alcuna traccia della compagna. Aveva quindi già spostato il suo corpo in garage, pulendo anche le scale e le parti comuni.