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    Omicidio Giulia Tramontano, per evitare l’ergastolo Impagnatiello potrebbe chiedere la perizia psichiatrica

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 10 Nov. 2023 alle 18:44 Aggiornato il 10 Nov. 2023 alle 18:48

    Omicidio Giulia Tramontano, per evitare l’ergastolo Impagnatiello potrebbe chiedere la perizia psichiatrica

    Una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere al momento dell’omicidio. È la richiesta che potrebbe fare la difesa di Alessandro Impagnatiello quando, il prossimo 18 gennaio, prenderà il via il processo per l’omicidio della 29enne Giulia Tramontano.

    Il 30enne è accusato di aver ucciso con 37 coltellate la fidanzata, incinta al settimo mese, nella loro casa di Senago (Milano), lo scorso 27 maggio. La giudice per le indagini preliminari Angela Minerva ha riconosciuto tutte le quattro aggravanti contestate dalla procura: premeditazione, crudeltà, vincolo della convivenza e futili motivi.

    L’eventuale accertamento di un vizio di mente parziale o totale potrebbe evitare a Impagnatiello l’ergastolo. La difesa, secondo quanto riporta l’Ansa, sta valutando se presentare una richiesta di perizia psichiatrica nel processo, per valutare la capacità di intendere e volere del giovane al momento dei fatti. Un’eventualità che, secondo il Corriere della Sera, appare però remota visto l’andamento delle indagini e la strategia difensiva adottata finora, che ha visto Impagnatiello rinunciare al ricorso al Riesame per la carcerazione preventiva, a cui è sottoposto da 5 mesi.

    Un’altra possibilità è quella un eventuale percorso di giustizia riparativa, previsto, come da riforma Cartabia, per tutti i condannati. Si tratta di una forma di risoluzione del conflitto e riparazione del danno con programmi di mediazione, sganciata dal procedimento penale e a cui le parti offese non devono necessariamente partecipare. La difesa valuterà questa possibilità e nep otrebbe fare richiesta ai giudici della Corte d’Assise o anche più avanti nel corso del procedimento. Sarà poi eventualmente il Centro per la giustizia riparativa del comune di Milano a dover dare il via libera definitivo al programma.

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