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    Il cellulare sparito e il libro per bambini trovato vicino al corpo: i punti oscuri dell’omicidio di Giulia Cecchettin

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 27 Nov. 2023 alle 12:41

    Il cellulare sparito e il libro per bambini: i punti oscuri dell’omicidio di Giulia

    Dal cellulare sparito al mistero di un libro per bambini ritrovato vicino al corpo di Giulia: sono diversi i punti oscuri che gravitano intorno all’omicidio di Giulia Cecchettin.

    L’unico che può chiarirli è l’assassino di Giulia, Filippo Turetta che nella giornata di domani, martedì 28 novembre, sarà interrogato dal gip.

    Uno dei primi punti da chiarire è che fine ha fatto il cellulare di Giulia. Il telefono della ragazza, infatti, manda gli ultimi segnali intorno alle 22.45 dell’11 novembre, mezz’ora prima della violenta aggressione a pochi metri dall’abitazione della giovane, segnalata da un testimone.

    Il cellulare di Giulia Cecchettin ufficialmente non è stato ritrovato. Quello di Filippo Turetta, invece, invia l’ultimo segnale alle 23,39 dalla zona industriale di Fossò dove avviene la seconda aggressione ai danni di Giulia. Poi, anche il cellulare dello studente si spegne, ma verrà ritrovato nell’auto di Turetta quando questo viene arrestato in Germania.

    C’è poi un mistero riguardante un libro per bambini ritrovato vicino al corpo di Giulia. Si tratta di Anche i mostri si lavano i denti dell’autrice veneta Jessica Martinello.

    Non è un mistero che Giulia Cecchettin sognasse di diventare un’illustratrice di libri per l’infanzia, motivo per cui si era anche iscritta a un corso a Reggio Emilia.

    Perché, quindi, quel libro era lì? E chi lo ha acquistato? Di certo il volume non è stato comprato l’11 novembre presso il centro commerciale dove Giulia e Filippo si erano recati insieme.

    Gli inquirenti, inoltre, sono al lavoro per cercare di capire se il femminicidio fosse programmato o meno. Alcuni elementi, infatti, farebbero pensare alla premeditazione, al momento non ancora contestata a Turetta.

    Dal presunto sopralluogo che il 22enne avrebbe fatto nell’area dove è avvenuta l’aggressione al nastro adesivo, sembra, acquistato online alcuni giorni prima l’omicidio e probabilmente utilizzato per immobilizzare Giulia e non permetterle di urlare.

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