Nessuna molestia a sfondo sessuale, nessun apprezzamento, Alika, il nigeriano morto ammazzato per strada a Civitanova, a mani nude dopo un colpo di stampella in testa, chiedeva “insistentemente soldi” e aveva “afferrato per un braccio la mia compagna” ha raccontato dal carcere di Montacuto l’aggressore omicida Filippo Claudio Ferlazzo, salernitano di 32 anni, residente a Civitanova, al suo avvocato Roberta Bizzarri. Una ricostruzione confermata dalla compagna di Filippo Claudio ai carabinieri.
Anche la dinamica dell’omicidio, al vaglio degli inquirenti, è stata rivista: rispetto a quanto detto in precedenza, sembrerebbe che Ogorchukwu sia stato seguito dall’aggressore, che l’ha colpito con la sua stessa stampella, di cui aveva bisogno per camminare in seguito a un incidente stradale, l’ha fatto cadere a terra e poi l’ha picchiato “a mani nude fino alla morte”.
Non ci sarebbero motivi legati all’odio razziale nell’omicidio dell’ambulante. “Le indagini sono in corso, ma la situazione è abbastanza chiara – hanno detto il dirigente della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi e quello del commissariato di Ps di Civitanova Marche Fabio Mazza, durante una conferenza stampa – tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell’aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l’elemosina”.
Omicidio Civitanova, la compagna del killer: «L’ambulante chiedeva soldi con insistenza». La conferma degli inquirenti: «Ucciso a mani nude»