Un altro uomo è stato fermato per l’omicidio di Alexandru Ivan, il ragazzino di 14 anni raggiunto da uno sparo nella notte fra venerdì 12 e sabato 13 gennaio mentre si trovava in un’area di parcheggio vicino al capolinea della metro C Pantano Monte Compatri, vicino Roma, e ucciso.
Si tratta di Dino Petrov, cugino di Corum, la prima persona fermata lunedì scorso per il delitto. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati lo avrebbero rintracciato con la collaborazione dei colleghi di Treviso, dopo che, a seguito di quanto accaduto, aveva cercato rifugio a casa di una zia nel comune veneto. I militari della provincia veneta lo hanno localizzato nell’abitazione della zia e lo hanno raggiunto. Alla vista dei militari non ha opposto resistenza. È stato trasferito nel carcere di Treviso con l’accusa di omicidio.
Sul primo fermo le informazioni sono molte di più: il ragazzo fermato è un ventiquattrenne e si chiama Corum Petrov. Il giovane si è presentato in caserma e si è costituito dopo due giorni dalla sparatoria.
Secondo quanto appreso negli scorsi giorni, i carabinieri erano alla ricerca di altre quattro persone oltre Corum Petrov per gli spari esplosi all’interno del parcheggio in quella tragica notte: fra loro, proprio Dino Petrov.
Nel frattempo il padre di Corum aveva rotto il silenzio, lanciando l’accusa verso il nipote: “Vendiamo macchine a Pantano da quaranta anni, non abbiamo mai avuto problemi – ha spiegato –. Mio figlio ha fatto da tramite fra il patrigno di Alexandru e il cugino con cui si erano picchiati al bar, ma non c’entra con quanto accaduto al ragazzino”.