Due norme da inserire nel prossimo decreto legge Covid. Ad annunciarle, un po’ a sorpresa, è stato il presidente del Consiglio Mario Draghi: da un lato l’obbligo di immunizzare il personale a diretto contatto con i pazienti, dall’altro una sorta di scudo penale per chi è chiamato a somministrare le dosi: medici, infermieri, farmacisti o altre categorie autorizzate.
Il problema maggiore sono le Rsa, dove si concentra il maggior numero di operatori sanitari non coperti dal vaccino: ben il 40% di loro, per un totale di circa 100mila persone, anche se il dato è solo una stima. Un altro elemento riguarda quegli operatori sanitari che hanno avuto il Covid e quindi potrebbero aver spostato nelle prossime settimane la vaccinazione. Soprattutto per loro è pensata la legge che impone la vaccinazione e sulla quale sta lavorando il governo. Purtroppo la cronaca in questi giorni ci ha raccontato diversi casi di pazienti che si sono infettati negli ospedali.
Riguardo ai medici ospedalieri che non si sono vaccinati, secondo quanto riporta Repubblica, i sindacati ipotizzano circa il 2% di mancate adesioni alla campagna. Cioè tra 1.150 e 2.300 camici bianchi su 114.000. Gli infermieri danno dati ancora più bassi, nell’ordine di qualche centinaia di non vaccinati. Agenas, l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni sta preparando per il ministro alla Salute Roberto Speranza una ricognizione: sarebbero circa 35mila le persone che lavorano in sanità e che non hanno fatto nemmeno la prima dose. L’obbligo di vaccinazione dovrebbe riguardare solo il personale medico o sanitario a diretto contatto con i pazienti. L’obiettivo d’altronde è quello di proteggere le persone fragili che si rivolgono al sistema sanitario pubblico o privato.
A chi dovesse rifiutarsi, gli sarà offerta la possibilità di cambiare impiego: in qualche ufficio, a svolgere mansioni amministrative o altre attività che lo tengano lontano da soggetti a rischio. In caso di ulteriore rifiuto, potrebbe incappare in sanzioni più gravi ancora da definire. Insieme all’obbligo vaccinale, l’idea è quella di prevedere lo scudo penale per i medici e gli infermieri che fanno i vaccini, cosa che gli operatori sanitari chiedono da giorni. Si tratta di inserire un’esclusione di punibilità nel caso di effetti collaterali pesanti del farmaco. La protezione non varrebbe solo in caso di colpa grave.
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