Obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori: via libera in Cdm
Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera all’unanimità al nuovo decreto legge per l’estensione del Green pass a tutti i luoghi di lavoro. L’estensione del Green pass scatterà, probabilmente dal 15 ottobre, per tutti i lavoratori pubblici e privati. Tra le novità, la sospensione dal lavoro e quindi dallo stipendio, dopo cinque giorni di accesso senza certificato. Per le farmacie verso l’obbligo di prezzi calmierati per i tamponi. Il governo inoltre chiede di estendere l’obbligo di Green pass anche a Quirinale, Consulta e Parlamento.
Estendere la validità dei tamponi a 72 ore e non più a 48. È quanto hanno chiesto le Regioni al governo nel corso della riunione sul decreto che allarga l’utilizzo del green pass, chiedendo che sia il Comitato tecnico scientifico ad esprimere un parere. Su questo, dice il rappresentante dell’Unione delle Province Luca Menesini, Presidente della Provincia di Lucca, “attendiamo la risposta del Cts che sarà sollecitato dal Ministro Speranza”. La stessa richiesta è stata fatta in Cdm dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Anche nella giornata di ieri, mercoledì 15 settembre, il governo, nel corso del confronto con i leader sindacali, ha fatto capire che vi sono pochi margini di trattativa e che la decisione è stata ormai presa: l’Italia, dunque, dal 15 ottobre diverrà il primo Paese europeo in cui per lavorare sarà necessario avere il Green Pass.
Attraverso questa misura, l’esecutivo, come sottolinea il Corriere della Sera, punta a mettere in sicurezza l’Italia prima dell’arrivo dell’inverno e dell’inevitabile aumento dei contagi. Si tratta dell’extrema ratio prima dell’eventuale obbligo vaccinale, che il governo potrebbe imporre nel caso in cui i dati dovessero peggiorare.
“Dobbiamo tornare alla normalità, con la ripresa delle attività in presenza. Abbiamo deciso di estendere il Green Pass perché è uno strumento che funziona, accettato dalle persone e monitorato” ha spiegato il premier Draghi ai sindacati, sottolineando come questa sia una soluzione più “accomodante rispetto all’obbligo” vaccinale, che invece è una misura più divisiva.
La procedura di controllo dei certificati verdi sarà la stessa adottata per il personale scolastico. Il responsabile delle verifiche sarà un capo ufficio o un capo reparto, individuato dai vertici aziendali, mentre ulteriori verifiche in caso di Green Pass contraffatti potranno essere fatte dalle forze dell’ordine, il cui intervento potrà essere richiesto per accertamenti.
I dipendenti sprovvisti di Green Pass non potranno accedere ai luoghi di lavoro e saranno considerati assenti ingiustificati. Per chi viola l’obbligo è prevista una sanzione che va dai 400 ai 1.000 euro, mentre in caso di certificato contraffatto potrà scattare la denuncia.
Dopo cinque giorni di assenza ingiustificata “il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti retribuzione e altri compensi o emolumenti”. La riammissione a lavoro è prevista previa presentazione del Green Pass.
Capitolo tamponi. Anche i sindacati, così come fatto precedentemente dal leader della Lega Matteo Salvini, hanno chiesto al governo di rendere gratuiti i tamponi.
“Siccome è reso obbligatorio per tutti i luoghi di lavoro, pubblici e privati, e siccome per avere il Green Pass si prevede anche il tampone, noi abbiamo ribadito che le persone non devono pagare per andare a lavorare. Perché qui stiamo parlando del Green Pass per lavorare non per andare al ristorante o andare al cinema o allo stadio” ha dichiarato il segretario della Cgil, Maurizio Landini, al termine dell’incontro con il governo.
Ma dall’esecutivo è arrivato un secco no sulla possibilità di rendere gratuiti i tamponi. “Gli oneri dei tamponi saranno a carico di chi non vuole vaccinarsi, non certo della collettività” ha dichiarato Draghi, promettendo, però, di incoraggiare le farmacie che non lo hanno ancora fatto a calmierare i prezzi dei test.
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