È atteso già per stasera o al massimo per domani il testo del nuovo Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) con le nuove misure anti contagio in Italia dopo la crescita del numero dei casi di Covid- 19 registrata negli scorsi giorni. Ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite a Che tempo che fa su Rai3, ha confermato alcune delle misure che il governo intende intraprendere, specificando che altre misure sono in discussione.
Oggi è previsto un incontro con le Regioni, che il ministro ha definito “sostanziale”, quindi è possibile che alcune misure vengano riviste. Le norme del nuovo Dpcm “avranno valenza nazionale, le Regioni hanno la possibilità di adottare misure più restrittive, mentre per quelle meno restrittive devono avere l’intesa del ministro della Salute”, ha spiegato Speranza. Ma ecco il punto sui provvedimenti che il governo si appresta a varare dopo la lunga riunione di ieri del Comitato tecnico scientifico (Cts) convocata d’urgenza da Speranza.
Niente feste private
La proposta di un divieto di organizzare feste private, sia fuori sia a casa, e per tutti, viene direttamente dal ministro della Salute Roberto Speranza, che se ne è assunto la responsabilità ieri a Che tempo che fa, spiegando che “il 75 per cento dei contagi si deve a parenti e amici”. La misura deve ancora essere vagliata in sede di messa a punto del nuovo Dpcm, e – secondo quanto riporta il Corriere – il premier Conte nutre seri dubbi in proposito. Pochi giorni fa, il presidente del Consiglio ha detto che “lo Stato non può entrare nelle abitazioni private” e che si tratta di “un principio sacrosanto”. Non è escluso quindi che siano formalmente vietate solo le feste nei locali e che per i party casalinghi ci si limiti a una raccomandazione. Sarà imposto invece il limite dei 30 invitati ai banchetti per matrimoni, comunioni e cresime.
Le feste private “possiamo evitarle”, ha dichiarato ieri Speranza. Il ministro ha detto che “quando c’è una norma, va rispettata, sono convinto che la stragrande maggioranza [degli italiani, ndr] aderirà. Lavoreremo con le forze dell’ordine perché questa norma sia rispettata, saranno vietate per tutti”. Per il ministro “una cosa è avere un controllo organizzato di fronte ad eventi che si possono costruire, altra cosa è favorire aggregazioni libere dove non ci sono controlli”.
Bar e ristoranti chiusi alle 24 e sosta vietata davanti ai locali e nelle piazze
Per evitare assembramenti sarà vietato fermarsi davanti ai locali pubblici, nelle strade e nelle piazze dopo le 21. Si potrà stare all’aperto solo seduti ai tavoli. Inoltre, bar e ristoranti dovranno chiudere e mezzanotte e due ore prima scatterà il divieto di vendere alcolici da asporto. Secondo il governo questa misura non inciderà significativamente sul rendimento economico dei locali, ma, al tempo stesso, potrebbe abbassare la possibilità di contagio da Covid.
Divieto del calcetto e degli sport di contatto
Gli sport di contatto, tra cui calcetto e basket, tornano ad essere vietati a livello amatoriale. Niente partitelle tra amici quindi, né allenamenti pomeridiani per bambini e ragazzi. Ieri invece il governo ha chiarito che chi corre può farlo senza mascherina, mentre chi cammina no.
Smartworking
Il governo chiederà alle aziende di incentivare ancora lo smartworking. E potrebbe sollecitarle ad arrivare al 70 per cento di dipendenti che lavorano da casa – rispetto all’attuale 50 per cento – per limitare i contatti tra le persone negli uffici. In ogni caso, in ufficio, in base al nuovo decreto, sarà comunque obbligatorio indossare la mascherina e si potrà stare con naso e bocca scoperti soltanto se lavora in stanza da soli.
Quarantena 10 giorni e stop a doppio tampone negativo
In una nota stampa diffusa dal Cts ieri sera si legge che, in coerenza con le linee guida internazionali e adottando il principio di massima cautela, il comitato sottolinea “l’esigenza di aggiornare il percorso diagnostico per l’identificazione dei casi positivi così come la tempestiva restituzione al contesto sociale dei soggetti diagnosticamente guariti”.
Per questo, il nuovo Dpcm ridurrà la quarantena per le persone entrate in contatto con un positivo al Sars-CoV-2, quindi potenzialmente contagiate: si passa dai 14 giorni previsti finora a 10 giorni. L’allentamento, già adottato da alcune settimane in Germania, era stato richiesto da alcuni esperti, tra cui Walter Ricciardi dell’Oms.
Un altro allentamento riguarda il numero dei tamponi necessari a essere dichiarati guariti, che scendono da due a uno solo. La misura vale sia per i positivi asintomatici sia per i sintomatici, purché il tampone molecolare risulti negativo. Anche chi riceve la notifica della app Immuni che gli comunica che è stato tra i “contatti stretti” di un positivo uscirà dall’isolamento fiduciario con un tampone molecolare o un test rapido negativo.
Le regole per i positivi e i contatti stretti
Riepilogando, le regole per i casi di positivi asintomatici, con diagnosi confermata da tampone positivo, prevedono isolamento per 10 giorni e tampone molecolare unico a fine quarantena. Per i casi di positivi sintomatici, invece, è previsto l’isolamento per almeno 10 giorni (dei quali obbligatoriamente gli ultimi 3 in completa assenza di sintomi) e tampone molecolare unico a fine quarantena. Per quanto riguarda i positivi asintomatici che non si negativizzano dopo 21 giorni, il Cts prevede isolamento per almeno 21 giorni, con riscontro di positività al test molecolare effettuato al 10° e 17° giorno (nei casi asintomatici l’isolamento si interrompe comunque al 21° giorno in quanto le evidenze disponibili non documentano alcun caso di presenza di virus competente per la replicazione). Per quanto riguarda i contatti stretti di persone positive, isolamento fiduciario della durata di 10 giorni e tampone antigenico rapido o molecolare.
Per ora niente lockdown mirati
In Italia non ci sono al momento aree per le quali è necessario disporre lockdown mirati per contenere la diffusione dei contagi da Coronavirus. Quella di far scattare delle chiusure territoriali “è tra le ipotesi” prese in esame, ha ammesso il ministro della Salute, precisando subito dopo che “in questo momento non ci sono le condizioni” perché in alcune zone dell’Italia questa specifica misura possa essere adottata.
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