Nuovo Dpcm, Lombardia diventa zona rossa: cosa si può fare e cosa no
Dalla mezzanotte di giovedì 5 novembre fino al 3 dicembre la Lombardia sarà zona rossa: a stabilirlo il nuovo Dpcm, firmato nella notte dal premier Giuseppe Conte e contenente ulteriori misure restrittive per contenere l’impennata di contagi da Coronavirus in Italia. Da quando il presidente del Consiglio ha riferito alle Camere sul contenuto del nuovo provvedimento, l’attenzione della popolazione si è focalizzata soprattutto sulla cosiddetta mappa delle zone Covid. Il nostro Paese, infatti, verrà diviso in tre aree diverse a seconda del livello di rischio: rossa, arancione e verde. Ognuna delle tre zone avrà restrizioni ben precise, che differiscono da quelle delle altre aree e che si uniscono alle prescrizioni valide per tutto il territorio nazionale, come il limite di capienza sul trasporto pubblico al 50 per cento e il coprifuoco alle ore 22.
Ma cosa si può fare dunque in Lombardia, dopo che la Regione sarà ufficialmente zona rossa in esecuzione del nuovo Dpcm? Vediamolo insieme.
Lombardia zona rossa, cosa si può fare
Nelle zone rosse (secondo le indiscrezioni, oltre alla Lombardia, dovrebbero essere Piemonte, Calabria, Alto Adige, Valle d’Aosta e forse Campania) è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori, e perfino gli spostamenti all’interno del territorio, salvo che per comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. Non si può dunque andare da un comune all’altro, mentre all’interno dello stesso comune ci si muove solo per necessità e con autocertificazione. La didattica a distanza in queste regioni scatterà già dalla seconda media. Resteranno chiusi bar, pasticcerie, ristoranti, e tutti i negozi che non vendono beni essenziali. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio e – fino alle 22 – la ristorazione con asporto, con divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze. Restano aperti i negozi di alimenti e bevande nelle aree di servizio e rifornimento carburante lungo le autostrade, negli ospedali e negli aeroporti. Come anche le industrie. Salvi parrucchieri e centri estetici. Per quanto riguarda l’attività motoria, “è consentita in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo di utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie; è altresì consentito lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale”.
Sala: “Misure severe, ma le rispetteremo”
Sul tema è intervenuto, stamattina, anche il sindaco di Milano Beppe Sala: “Si tratta certamente di misure severe – ha scritto il primo cittadino su Facebook – ma come ho sempre detto, le decisioni del governo vanno rispettate e applicate. Il presidente del Consiglio ha firmato il nuovo Dpcm che contiene le misure di contenimento del contagio a livello nazionale e ulteriori misure, più stringenti, per le aree a ‘rischio alto’, fra le quali pare evidente ci sarà la Regione Lombardia e la nostra città. La tutela della salute dei cittadini è il primo bene da proteggere e noi continueremo a lavorare perché queste disposizioni siano osservate da tutti i milanesi”.
“Accolgo con favore – ha aggiunto – la conferma delle lezioni in classe per gli studenti fino alla prima media. Non posso non dispiacermi per i ragazzi e le ragazze che non potranno frequentare i loro istituti scolastici. La scuola in presenza, per il suo valore educativo e sociale, resta una delle risorse principali da preservare. Continuerò a battermi affinché gli aiuti a favore di tutte le categorie penalizzate dalla chiusura vengano immediatamente erogati. Per questo sono pronto da subito a farmi portavoce delle loro istanze in tutte le opportune sedi. Nel frattempo ho dato mandato di sospendere il pagamento di Area C e dei parcheggi sulle strisce blu. Milano anche questa volta rispetterà le decisioni del governo e lavorerà unita per uscire al più presto da questa difficile situazione. Ogni giorno da Palazzo Marino mi assicurerò che ciò avvenga”.
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