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    Neonati sepolti in giardino, parla la madre del fidanzato di Chiara Petrolini: “Non la perdono, ma non può aver fatto tutto da sola”

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 17 Set. 2024 alle 10:30 Aggiornato il 17 Set. 2024 alle 15:29

    “Non la perdono. Non ci sarà mai giustificazione”, attacca Sonia Canrossi, la madre del fidanzato di Chiara Petrolini, la 22enne di Traversetolo, in provincia di Parma, indagata per aver ucciso due neonati poco dopo averli dati alla luce [Chi è Chiara Petrolini].

    “Se era surreale il primo, il secondo credo sia qualcosa che va oltre l’immaginazione”, sottolinea la donna, intervistata dal Corriere della Sera.

    Canrossi spiega che suo figlio, di nome Samuel, e Petrolini si conoscono dai tempi delle scuole elementari: “Hanno fatto insieme le scuole, la comunione, la cresima”, dice. “Lei aiuta al centro estivo, fa la baby sitter. Nessuno avrebbe immaginato questa tragedia. Mio figlio (con cui Chiara si era lasciata da poco, ndr) sta malissimo”.

    La donna scuote la testa pensando a quel che è accaduto. Lo scorso mese – dopo una segnalazione partita dalla nonna di Petrolini, insospettita per aver notato della terra smossa in giardino – gli inquirenti hanno trovato un primo neonato morto sepolto nel giardino di casa della ragazza.

    Il piccolo era nato vivo pochi giorni prima e aveva avuto una gestazione di almeno 40 settimane. I test genetici hanno confermato che a partorirlo è stata Petrolini e che il padre era Samuel. “Lo avrei tenuto io. Era mio nipote”, sottolinea Sonia Canrossi.

    Nei giorni scorsi le indagini hanno portato al rinvenimento di un secondo cadavere, cu cui sono in corso accertamenti sia sul Dna sulla data esatta della morte. Secondo il quotidiano locale Gazzetta di Parma, potrebbe risalire all’estate 2023.

    Stando a quanto emerso finora, Petrolini ha fatto tutto da sola. Il procuratore capo di Parma, Alfonso D’Avino, ha dichiarato in una nota che “nessuno all’infuori della ragazza era a conoscenza della gravidanza”. “La gestazione – aggiunge – non è stata seguita da nessuna figura professionale (ginecologo, medico di famiglia). Il parto è avvenuto in casa, fuori da contesti ospedalieri”.

    Una ricostruzione a cui Sonia Canrossi non crede: “Non può aver fatto tutto da sola, non è possibile”, dice in una delle tante interviste rilasciate nelle ultime ore. “Siamo nel 2024: se lei non se la sentiva avremmo trovato comunque una soluzione. E di fronte alla consapevolezza che c’è un secondo corpicino non so se sperare che sia anche quello di mio figlio o che abbia rovinato un’altra famiglia”.

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