Migranti: naufragio al largo di Lampedusa, almeno 13 morti
Tragedia al largo dell’isola di Lampedusa: nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 ottobre, infatti, è avvenuto il naufragio di un barchino carico di migranti, che ha provocato la morte di almeno 13 persone.
Il bilancio ufficiale del naufragio, al momento, parla di 13 morti, tutte donne, e 22 superstiti tratti in salvo, tra i quali molte donne e bambini. Numerosi ancora i dispersi.
Secondo una prima ricostruzione, infatti, il barchino trasportava 50 persone. La tragedia sarebbe avvenuta quando, nel corso della notte, le motovedette della Guardia costiera sono arrivate per prestare soccorso all’imbarcazione. A quel punto i migranti si sarebbero spostati tutti da un lato e, complice anche il mare mosso, hanno fatto ribaltare l’imbarcazione.
Immediati i soccorsi che vedono impegnate le unità navali della Guardia costiera e della Guardia di finanza, che sta sorvolando con un elicottero la zona del disastro, avvenuto a meno di un miglio dalla costa.
I cadaveri delle due donne sono stati trasportati sul molo di Favaloro alle 4,30 da una motovedetta della Capitaneria di porto, mentre alle 4:55 altre due motovedette della Guardia di finanza sono rientrate in porto con i 22 superstiti.
“A bordo erano tutti senza salvagente, se lo avessero avuto ora sarebbero tutti salvi”. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella incontrando i cronisti a Lampedusa. “Sul barcone – ha aggiunto – erano più di 50. La maggior parte dei sopravvissuti, 13 uomini e 9 donne, sono salvi solo grazie al coraggio degli uomini della Guardia Costiera e della Gdf”.
Le condizioni meteo nel canale di Sicilia sono in netto peggioramento e rendono ancora più difficoltose le operazioni di salvataggio.
La tragedia arriva solamente pochi giorni dopo la commemorazione del naufragio avvenuto il 3 ottobre del 2013 proprio al largo delle coste dell’isola siciliana.
In quell’occasione morirono 368 migranti in quella che ancora oggi è considerata una una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio XXI secolo.
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