Le contrattazioni tra governo, comitato tecnico-scientifico, Regioni e partiti sul piano per le festività natalizie vanno avanti in modo serrato. Domani, 3 dicembre, è il giorno del nuovo Dpcm e si devono definire tutte le misure per contenere il contagio in un periodo delicato come questo. A pesare sono ancora i numeri, che non possono non essere tenuti in considerazione. Ieri si sono registrati ancora 785 morti. E così, se da un lato il premier Conte preme per allentare la stretta almeno nelle date più simboliche, dall’altro gli esperti tirano le briglie: mollare adesso significa avere una terza ondata a febbraio, peggiore delle precedenti.
Ecco dunque alcune novità emerse nelle ultime ore di contrattazione del lungo vertice di Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e i capidelegazione di maggioranza.
• Vietato spostarsi dal proprio Comune di residenza il 25 e il 26 dicembre;
• Vietati gli spostamenti tra le regioni, anche quelle in fascia gialla, dal 20 dicembre al 6 gennaio;
• Confermato il coprifuoco dalle 22 alle 6 anche nelle sere di Natale e Capodanno;
• Nessuna deroga per seconde case e ricongiungimenti familiari: impossibile raggiungere le seconde case, vietato viaggiare per ricongiungersi con i familiari nei luoghi in cui non si è residenti;
• Gli impianti sciistici resteranno chiusi. Sugli alberghi di montagna, invece, è ancora aperta la discussione nel governo;
• Messe consentite e inizieranno entro le 20;
• I ristoranti resteranno chiusi dalle 18, con asporto e delivery consentiti nelle ore successive. Ma a Natale e Santo Stefano, su insistenza di Renzi, resteranno aperti a pranzo, con il limite dei quattro commensali.
La norma sugli spostamenti interregionali – e le altre regole che riguardano le feste – sarà probabilmente ospitata in un decreto legge, che entrerà in vigore il 21 dicembre e varrà fino al 7 gennaio. Una cautela dell’esecutivo, per rafforzare il quadro normativo di limiti che intaccano la libertà di movimento. Il resto delle decisioni, a partire dal coprifuoco, entreranno invece nel nuovo Dpcm del 4 dicembre, fino al 15 gennaio. Il governo preferisce infatti valutare l’effetto del Natale prima di procedere a nuovi allentamenti.
Per le scuole è ancora tutto da decidere: il premier insiste per riaprire il 14 dicembre le superiori, “sarebbe un bel segnale”. Ma il nodo sarà sciolto oggi. Probabile che le lezioni in presenza riprendano l’11 gennaio.
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