“Se scampo anche questa, secondo me o faccio la botta o mi ammazzo solo io, o posso prendere il posto di Lupin”, queste le parole con cui il 36enne Antonio Martello ha commentato tra sé e sé l’omicidio del fratello il 31 marzo scorso. Gli inquirenti hanno intercettato il soliloquio e lo hanno incluso tra le prove contenute nell’ordinanza di convalida di arresto, emessa dal tribunale di Torre Annunziata e firmata dal gip Valeria Campanile. Il 36enne cantava e rideva da solo nella Panda del fratello dopo aver abbandonato il suo corpo esanime nella campagna in provincia di Napoli, in una zona di collina dei Monti Lattari. Ma le immagini della telecamera di videosorveglianza lo hanno incastrato: ora è accusato di avere architettato l’omicidio solo per intascare i soldi della polizza della vita del fratello, con cui voleva rifarsi una vita all’estero insieme alla fidanzata di origini filippine.
Operaio stagionale in un’azienda conserviera, Domenico Martello condivideva tutto con il fratello maggiore, da cui era dipendente. Era stato Antonio a consigliargli di stipulare una polizza sulla vita di trecentomila euro, di cui sarebbe stato proprio lui l’unico beneficiario. Un messaggio ricevuto il 30 marzo da una persona che diceva di essere una donna di origine polacca e prometteva un incontro insieme a un’amica destinata al fratello, aveva spinto Domenico ad accettare l’appuntamento e a presentarsi a casa di Antonio per andarci. Ma ad inviare l’sms era stato Antonio, che dopo averlo accolto nel casolare di famiglia, lo brucia. Le immagini della telecamera mostrano il 36enne prendere la tanica con il liquido infiammabile dall’auto di Domenico, la Fiat Panda che poi avrebbe guidato mentre si sbarazzava del cadavere, sicuro di aver fatto “un colpo” e credendo di essere Lupin.