Anche Napoli si inginocchia per George Floyd: il murale di Jorit
Un’opera monumentale quella che l’artista italo olandese Jorit ha dipinto su un tetto di Barra, quartiere dell’area orientale di Napoli, come omaggio a George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso da Derek Chauvin lo scorso 25 maggio a Minneapolis, Stati Uniti. Due metri per cinque di murales, dove il volto di Floyd, al centro, è affiancato da quelli di Lenin, Martin Luther King, Malcom X e Angela Davis. “È ora di cambiare il mondo” scrive sotto l’artista.
“Il video della morte di Floyd mi ha sconvolto – racconta a Repubblica l’artista. – Spero che l’incredibile movimento nato dopo questa uccisione diventi una concreta politica di cambiamento, che la reazione del mondo possa essere d’impulso per concepire la realtà in modo diverso – dice Jorit – Le persone e gli artisti si sono schierati. Bisogna contrastare la ghettizzazione ed emarginazione per combattere il razzismo”. “La morte di Floyd – continua Jorit – ha mostrato ancora una volta il malessere sociale, la violazione dei diritti e l’assenza di opportunità che vivono intere comunità negli Stati Uniti. Il razzismo è spesso una sovrastruttura che cresce sull’ingiustizia sociale e sulla debole condizione dell’individuo”.
Le opere di Jorit sono sempre legate a lotte sociali e temi dalla forte connotazione politica e non è la prima volta che le con sue opere l’artista sostiene la causa dell’antirazzismo. Sempre a Napoli, ricordiamo il murales dedicato a King e quello dedicato a Davis, a Scampia. Il razzismo “ha radici profonde negli Usa – conclude Jorit. – In Italia dobbiamo stare in guardia e contrastare lo sfruttamento. Basta guardarsi intorno: ogni giorno decine di ragazzi di colore aspettano di essere sfruttati per pochi euro alle rotonde di Quarto e Pianura. È inaccettabile, lo Stato dovrebbe intervenire”.
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