Morte del parà di leva Emanuele Scieri: condannati per omicidio due ex caporali
Due ex caporali della Folgore sono stati condannati a 26 e 18 anni di carcere per l’omicidio del parà Emanuele Scieri, morto quasi 24 anni fa. La corte d’assise di Pisa ha condannato i due ex militari, Alessandro Panella e Luigi Zabara, per omicidio volontario in concorso. Entrambi sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e all’interdizione dai pubblici uffici nonché al risarcimento dei danni.
Il corpo di Scieri fu trovato il 16 agosto 1999, a tre giorni dalla sua scomparsa. Era stato posizionato alla base della torretta per il prosciugamento dei paracadute, nella caserma Gamerra, nei pressi di PIsa. Il caso, ritenuto a lungo un suicidio, era stato riaperto dalla procura di PIsa dopo che nel 2017 una commissione parlamentare d’inchiesta aveva ribaltato i risultati delle prime indagini.
Secondo la procura, che aveva chiesto 24 anni per Panella e 21 per Zabara, Scieri sarebbe rimasto vittima di atti di nonnismo da parte dei due imputati, che si sono sempre dichiarati innocenti e faranno ricorso contro la sentenza. Sarebbe coinvolto nei fatti anche un sottufficiale, Andrea Antico, che nel 2021 è stato processato con rito abbreviato ed assolto dal giudice dell’udienza preliminare.
Il verdetto per Panella e Zabara sarebbe dovuto arrivare il mese scorso ma, dopo più di sei ore di camera di consiglio, la corte d’assise aveva chiesto di sentire tre testimoni.
Le tre, ascoltate stamattina, sembrano aver suffragato gran parte dell’impianto accusatorio. Tra il 13 e il 16 agosto del 1999, si trovavano in vacanza a Pisa dove avevano trascorso alcune serate in compagnia di un militare che era in caserma e che riferì loro di aver visto i due imputati ancora svegli in giro per la caserma nella notte in cui presumibilmente scomparve il militare di leva.
Secondo la ricostruzione della procura, i due imputati, con il terzo commilitone Andrea Antico avevano prima fatto spogliare e poi picchiato Scieri e poi l’avevano obbligato a salire sulla torre di asciugatura dei paracaduti, facendogli pressione con gli scarponi sulle nocche delle dita. Il 26enne sarebbe così precipitato a terra mentre i caporali si sarebbero dati alla fuga. Secondo le perizie, il giovane morì dopo diverse ore di agonia e sarebbe stato possibile salvarlo con un soccorso immediato.