Sono Marco e Marco Antonio Procopio i due medici indagati per la morte di Agata Margaret Spada, la 22enne siciliana deceduta a Roma dopo aver ricevuto l’anestesia per un’operazione di chirurgia estetica. I due dottori, padre e figlio, sono i titolari della struttura nel quartiere Eur dove si sarebbe dovuto tenere l’intervento al naso richiesto dalla ragazza (una rinoplastica).
Secondo quanto riferisce La Repubblica, la struttura – scelta da Spada dopo alcune ricerche sui social – risulta iscritta all’Als Roma 2 come centro estetico e non come ambulatorio. Ma nei centri estetici non si possono eseguire rinoplastiche.
Marco Procopio, il padre, dopo la laurea in Medicina e Chirurgia a Padova, si è specializzato in chirurgia estetica in Brasile come allievo del dottor Ivo Pitanguy. Suo figlio Marco Antonio Procopio, 32 anni, è nato a Rio de Janeiro e ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia in Romania.
“Sono stata un’incosciente, facevano tutto al volo, uno dopo l’altro, con anestesia locale”, racconta Paola, una ex paziente del centro. “Qualche volta sono uscita sanguinante, ho avuto infezioni e pus, certo sono cose che possono accadere, ma dopo quello che è successo non so più che pensare”.
Ma una collaboratrice della struttura, intervistata dal programma di Rai Uno Storie Italiane, difende i due medici: “State dando colpa a chirurghi che non c’entrano assolutamente niente con tutta questa storia, ci state facendo saltare una marea di interventi in clinica. Non è assolutamente lui il medico che l’ha operata!”, dice la donna.
“Che ne sappiamo noi signora mia di chi l’ha operata? Il dottore – prosegue la collaboratrice – opera soltanto in clinica, ed è abbastanza alterato perché abbiamo ricevuto più di 200 chiamate stamattina per disdette, annullamenti, accertamenti. Non c’entra assolutamente niente con questa situazione”.
La donna parla poi del caso specifico di Agata Margaret Spada: “Noi questa ragazza non la conosciamo – dice – e, tramite mie conoscenze al Sant’Eugenio, ho saputo che aveva altre patologie. L’intervento non è nemmeno iniziato, quindi è successo qualcosa durante l’anestesia”.
Oggi, venerdì 15 novembre, dovrebbe tenersi l’autopsia sul corpo della 22enne, morta lo scorso 7 novembre all’ospedale Sant’Eugenio dopo quasi quattro giorni agonia. L’esame autoptico verrà effettuato al Policlinico di Tor Vergata.
La Procura indaga per omicidio colposo. Ma per i due medici potrebbero scattare altre accuse relative ai permessi amministrativi della struttura.
Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Ansa, nella struttura non è stato trovato alcun documento, cartella clinica o registrazione relativo all’intervento e mancherebbe anche l’attestazione sul consenso informato sottoscritto dalla ragazza.
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