“Ho chiamato Andrea, gli ho detto che io ci sono da ministro, da italiano, per qualunque necessità”.
Queste le parole del ministro dell’Interno Matteo Salvini durante il programma “Povera Patria” che andrà in onda nella sera del 29 aprile su Rai2.
Il riferimento è ad Andrea Pulone, il ragazzo di 29 anni che il 26 aprile ha sparato e ferito un 16enne che, con altre tre persone, stava tentando un furto in una abitazione a Monterotondo, in provincia di Roma.
“La nuova norma non distribuisce armi a nessuno”, ha poi commentato il ministro dell’Interno in riferimento alla legge sulla legittima difesa firmata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Se uno viene aggredito ha tutto il diritto di difendersi e in questi casi ci sarà un’indagine, ma molto più breve”.
Il ragazzo dal 29 aprile è stato iscritto nel registro degli indagati per eccesso colposo di legittima difesa: il caso di cronaca che lo vede protagonista ha fatto molto discutere l’opinione pubblica.
La procura di Tivoli ha specificato che il caso in questione non ricade sotto la protezione della nuova legge sulla legittima difesa, cavallo di battaglia della Lega, ma il pm ha anche sottolineato che il risultato sarebbe stato lo stesso anche in quel caso.
Il caso Peveri – Non è la prima volta che il ministro dell’Interno prende le difese di un cittadino che ha diretto la propria arma contro un ladro.
A febbraio del 2019 il leader della Lega si era recato alla Casa Circondariale di Piacenza per incontrare Angelo Peveri, l’imprenditore condannato dalla Cassazione a quattro anni e sei mesi di detenzione per il tentato omicidio di un ladro di nazionalità rumena, fatto avvenuto nell’ottobre 2011.
Dopo l’incontro il vicepremier aveva anche ventilato l’idea di chiedere al presidente della Repubblica la grazia per Peveri.
L’incontro con l’imprenditore era stato fortemente criticato dall’Assocazione Nazionale Magistrati (Anm).
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