L’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere
Mimmo Lucano è stato condannato a 13 anni e due mesi di carcere. Il tribunale di Locri, presieduto dal giudice Fulvio Accurso, ha inflitto all’ex sindaco di Riace una condanna ben superiore ai 7 anni e 11 mesi chiesti dalla procura, che ha accusato Lucano di presunti illeciti nella gestione del sistema di accoglienza dei migranti nel comune calabrese, diventato famoso in tutto il mondo proprio per le sue politiche sui migranti. Assieme a lui è stata condannata anche la compagna Lemlem Tesfahun a 4 anni e 10 mesi, a fronte della richiesta di 4 anni e 4 mesi della procura.
“Questa è una vicenda inaudita. Sarò macchiato per sempre per colpe che non ho commesso. Mi aspettavo un’assoluzione” ha detto Lucano uscendo dal tribunale. “Ho speso la mia vita per rincorrere ideali contro le mafie. Ho fatto il sindaco, mi sono schierato dalla parte degli ultimi, dei rifugiati che sono arrivati. Mi sono immaginato di contribuire al riscatto della mia terra ed è stata un’esperienza indimenticabile, fantastica. Però oggi devo prendere atto che è finito tutto”, ha aggiunto. “Grazie, comunque, lo stesso ai miei avvocati per il lavoro che hanno svolto. Io, tra l’altro, non avrei avuto modo di pagare altri legali, non avendo disponibilità economica”.
Tra le tante reazioni alla notizia della condanna, quella del segretario del Pd Enrico Letta che ha commentato: “Esprimo solidarietà e vicinanza a Mimmo Lucano. Credo sia incredibile quello che è successo: il raddoppio rispetto a quanto richiesto dal pm, io non so quante volte capitano cose di questo genere. Io sono esterrefatto per quello che è accaduto, esprimo solidarietà e vicinanza. E’ ovvio che le sentenze, nel nostro Paese, si devono applicare e si rispettano sempre, ho come l’impressione che in questo caso ci sia magari il gioco della prima sentenza che deve essere magari sproporzionata, perché poi si pensa che tanto quella successiva ridimensionerà”.
“Credo che qui si dia un messaggio terribile, pesantissimo, un messaggio che credo alla fine farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura”, ha aggiunto Letta durante la registrazione della puntata di stasera di Porta a Porta. Lucano era stato accusato dal procuratore capo Luigi D’Alessio e il pm Michele Permunian di associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Agli imputati nel processo, il ministero dell’Interno aveva anche chiesto un risarcimento danni da 10 milioni. “La richiesta così alta è l’ennesima dimostrazione che Riace e il modello che avevamo realizzato fanno paura. È stato un ideale politico che vogliono distruggere”, aveva detto lo stesso Lucano. “Non è un caso che comincia tutto nel 2016 quando l’area progressista apre le porte alla criminalizzazione della solidarietà in Italia e in Europa. Dopo arriva Salvini e completa l’opera”.
Secondo l’accusa, la finalità dei progetti di accoglienza promossi dall’ex sindaco sarebbe stata quella creare “sistemi clientelari” per “un tornaconto politico-elettorale”. Secondo quanto dichiarato dal pm Permunian durante la requisitoria, “non era importante la qualità dell’accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale”, sostenendo inoltre che “numerose conversazioni dimostrano in modo netto che l’agire, anche illecito, di Lucano è determinato da interessi di natura politica”.
L’impianto dell’accusa, accolto dal tribunale di Locri, era stato invece stato contestato in passato dal giudice delle indagini preliminari, il tribunale del riesame e dalla Cassazione, che nel 2019 aveva definito “contraddittorie” e “illogicamente formulate” le argomentazioni della procura riguardo la presunta irregolarità nell’appalto per la differenziata. Nel 2018 il gip aveva respinto la richiesta di arresto di Lucano citando “la vaghezza e la genericità del capo di imputazione”, mentre il tribunale del riesame, che ha respinto la seconda richiesta di arresto di Lucano aveva parlato di quadro indiziario “inconsistente”.
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