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    Naufragio di Cutro, la Procura di Crotone chiude l’inchiesta: “A giudizio 6 militari della Finanza e della Guardia Costiera. La strage si poteva evitare”

    Credit: AP Photo
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 23 Lug. 2024 alle 11:25

    La Procura della repubblica di Crotone ha deciso di chiedere il rinvio a giudizio per quattro finanzieri e due militari Guardia Costiera, accusati di falso, omissione in atto d’ufficio e strage come conseguenza di altro reato per i ritardi nei soccorsi al caicco “Summer Love”, il cui naufragio, avvenuto al largo di Steccato di Cutro nella notte del 26 febbraio 2023, provocò la morte di 94 persone, compresi 35 minori, e un numero ancora imprecisato di dispersi.

    Per il sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pasquale Festa, che ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, la strage di Cutro si sarebbe potuta evitare se gli indagati avessero agito secondo dovere. Le maggiori responsabilità, secondo quanto emerso dall’inchiesta della Procura, sarebbero da attribuirsi alla Guardia di Finanza, che non diede alla Guardia Costiera le indicazioni per far scattare i soccorsi.

    Quella notte, secondo le oltre mille pagine depositate dal pm, a causa del maltempo i finanzieri avrebbero deciso di abbandonare le ricerche e di rientrare in porto, senza avvertire la Guardia Costiera, dotata di mezzi capaci di operare in condizioni meteorologiche proibitive, falsificando poi i diari di bordo.

    C0sì, pur essendo a conoscenza delle ricerche avviate dalla Guardia di Finanza sul caicco segnalato qualche ora prima da Frontex, senza la dichiarazione di un evento Sar, la Guardia Costiera restò in porto. Secondo la Procura, i finanzieri in servizio presso la sala operativa di Vibo Valentia avvisarono la Guardia Costiera che un’imbarcazione della Guardia di Finanza aspettava il caicco ad almeno due miglia dalla costa, quando in realtà questa era già rientrata in porto per il maltempo.

    Stando alle indagini preliminari, come riporta Repubblica, anche quando il radar della Guardia di Finanza individuò il caicco nessuno intervenne e così l’imbarcazione carica di migranti finì per schiantarsi sulla secca di Cutro. Altri ritardi, secondo la Procura, si sarebbero poi accumulati durante le operazioni di soccorso a terra.

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