Migranti Lampedusa Sea Watch bloccata | Porti chiusi ma solo per le ONG, soprattutto a Lampedusa dove la Sea Watch 3 è ormai ferma da 7 giorni in attesa di poter far sbarcare le 43 persone rimaste a bordo in un lungo braccio di ferro con il Ministro degli Interni Salvini che invece continua a ribadire che il porto è chiuso.
Due notti fa, proprio per evitare che la nave battente bandiera olandese entrasse in acqua italiane la Guardia di Finanza ha notificato l’interdizione ai sensi del Decreto Sicurezza Bis.
La nave umanitaria continua a navigare con i motori al minimo fuori la piccola isola al centro del Mediterraneo che, secondo i trattati internazionali, è il porto sicuro più vicino e dove le persone salvate dalla Sea Watch dovrebbero sbarcare. Intanto però il porto della “perla del Mediterraneo” resta aperto per tutte le altre imbarcazioni.
Proprio in queste ore sono sbarcate prima 45 persone, di cui 2 bambini e una donna incinta, quasi tutti provenienti dai Paesi Sub-Sahariani. Le persone sono state avvistati da una motovedetta della Guardia di Finanza mentre si trovavano a bordo di una barca di legno di circa 15 metri. Dopo essere stati trasferiti a bordo di un assetto della Guardia Costiera sono stati fatti sbarcare al molo Favarolo.
“Erano disidratati e avevano i crampi allo stomaco a causa del lungo viaggio. I casi clinici, comunque nessuno grave, sono stati portati al poliambulatorio per accertamenti”, racconta Alberto Mallardo di Mediterranean Hope, presente al molo.
Migranti Lampedusa Sea Watch bloccata | L’altro sbarco è avvenuto poco dopo e a bordo di un barchino sono state soccorsi 8 uomini provenienti dalla Tunisia. Cinquantatrè persone dunque, lo stesso numero di persone che la Sea Watch ha soccorso nei giorni scorsi e per le quali il Governo italiano ha iniziato un lungo braccio di ferro.
“Da stasera, e per le sere successive, con il Forum Lampedusa Solidale inizieremo dei sit-in davanti la chiesa. Andremo avanti tutta la notte fino a quando le persone non saranno sbarcate e al sicuro”, continua Mallardo.
Dall’inizio dell’anno oltre 3.500 persone state rimandate in Italia dagli altri Paesi europei per effetto del regolamento di Dublino, e ci sono stati oltre 2.000 arrivi in Italia, di cui tantissimi sbarchi spontanei, è evidente che i porti restano chiusi solo per le ONG che salvano le persone in mare e denunciano l’operato della sedicente guardia costiera libica. Loro sono il capro espiatorio del fallimento delle politiche migratorie del Ministro degli Interni.