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    Migranti, la Guardia costiera vieta l’imbarco al team di soccorso della Mare Jonio: “Stop missioni”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 25 Set. 2020 alle 11:11 Aggiornato il 25 Set. 2020 alle 11:12

    La Guardia costiera ha bloccato la nuova missione della Mare Jonio che avrebbe dovuto partire a giorni dal porto di Pozzallo. “Ieri sera la Capitaneria di Porto di Pozzallo, dove la nave si trovava pronta a partire in missione nel Mediterraneo centrale, ha comunicato il diniego all’imbarco a bordo della Mare Jonio di due membri, paramedico soccorritore ed esperto di ricerca e soccorso in mare, del Rescue Team di Mediterranea Saving Humans”. È quanto si legge in una nota dell’organizzazione non governativa Mediterranea Saving Humans.

    Come quasi tutte le navi umanitarie, la Mare Jonio non è registrata come nave di ricerca e soccorso ma come mercantile con funzioni di cargo, monitoraggio e sorveglianza anche se il Rina, il registro navale italiano, le ha riconosciuto una notazione in classe come naviglio attrezzato per search and rescue. Che la guardia costiera invece non riconosce.

    “Con i provvedimenti adottati, da oggi viene di fatto bloccata l’attività di missione nel Mediterraneo della Mare Jonio, privando il confine acqueo più mortale del mondo di un’altra nave che, in quasi due anni, ha portato in salvo sbarcandole in porti sicuri europei 374 persone tra donne, uomini e bambini, il cui destino sarebbe stato invece la morte per affogamento o la deportazione in Libia. È questo solo dell’ultimo atto di uno stillicidio di provvedimenti adottati da diverse Autorità da quando, nel maggio scorso, la Mare Jonio ha ripreso la sua attività in mare dopo la forzata sospensione dovuta al ‘lockdown'”, si legge ancora nel comunicato.

    Con un documento firmato dal comandante della Capitaneria di porto di Pozzallo, Donato Zito e notificato questa mattina al comandante della nave della Mediterranea Saving Humans viene vietato di salire a bordo ai tecnici del soccorso indispensabili per svolgere in sicurezza le operazioni di eventuale salvataggio in mare dei migranti. Perché ” i loro profili non hanno alcuna attinenza con la tipologia di servizio svolto dalla Mare Jonio”.

    Per la Ong si tratta di “una mirata persecuzione amministrativa e giudiziaria che nasce da una precisa volontà politica del Governo, contiene un messaggio chiaro e terribile ed ha un altrettanto micidiale obiettivo. Come avvenuto con il “fermo amministrativo” delle altre navi e degli aerei della società civile europea, il messaggio del Governo è ‘vietato soccorrere’ vite umane che si trovano in pericolo in mare. L’obiettivo del Governo è ostacolare ed impedire di fatto la presenza in mare di tutte le organizzazioni civili che operano missioni di osservazione, monitoraggio e soccorso: vogliono togliere di mezzo dal Mediterraneo i testimoni scomodi delle quotidiane violazioni dei diritti umani che avvengono grazie alle politiche e ai finanziamenti dei Governi europei. Ma noi non intendiamo arrenderci alla disumanità e al cinismo di queste scelte politiche: i nostri Legali sono già al lavoro per ricorrere contro provvedimenti arbitrari e illegittimi che hanno colpito la Mare Jonio e, grazie alle migliaia di cittadine e cittadini che ci sostengono, faremo il possibile per tornare presto in mare insieme alle altre navi ed aerei della Civil Fleet europea”, conclude il comunicato.

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