Nella mattina del 4 giugno 2019 un barcone con a bordo 50 persone, tra cui 2 prive di conoscenza, ha lanciato una richiesta di aiuto nel Mediterraneo.
L’allarme è stato dato tramite social dal servizio Alarm Phone, secondo cui il barcone si trova “di fronte alle coste della Libia” e ci sarebbe acqua a bordo.
Alarm Phone ha fatto sapere che le autorità sono state informate, ma che alle 11:12 di questa mattina non era ancora iniziata alcuna operazione di salvataggio.
Solo due giorni fa un barcone si è rovesciato al largo della Libia mentre si trovava davanti alla città costiera di Gasr Garabulli: a dare la notizia su Twitter era stata l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Secondo quanto riferito dalle Nazioni Unite, sono stati tratti in salvo almeno 73 migranti, tra i quali donne e nove bambini: le persone sono state soccorse e ricondotte a riva.
Intanto l’Unione europea e gli Stati membri che hanno svolto un ruolo di primo piano nella crisi dei rifugiati (tra cui Italia, Germania e Francia), dovrebbero essere perseguiti per la morte di migliaia di migranti annegati nel Mediterraneo.
A presentare la denuncia al Tribunale penale internazionale de L’Aja sono stati due avvocati, Juan Branco, che ha lavorato in passato allo stesso tribunale, e Omer Shatz.
Leggi l'articolo originale su TPI.it