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    “166 migranti di cui 12 minori a bordo, dateci un porto sicuro”: l’appello della nave umanitaria ResQ

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 16 Ago. 2021 alle 15:16 Aggiornato il 17 Ago. 2021 alle 19:39

    ++ AGGIORNAMENTO 17 AGOSTO: ResQ comunica che le autorità italiane hanno assegnato il porto di Augusta per sbarcare le 166 persone soccorse. L’arrivo previsto della nave è per le ore 21 di oggi.

    “Ci appelliamo con fiducia alle autorità nazionali e europee perché venga subito indicato un porto sicuro per la nostra nave, la ResQ People”, questo l’appello di Gherardo Colombo e Luciano Scalettari, rispettivamente Presidente Onorario e Presidente di ResQ – People Saving People, affinché alla Ong umanitaria venga concesso un porto sicuro di approdo dopo i quattro salvataggi condotti a partire da venerdì 13 agosto nelle zone Sar libica e maltese in cui 166 migranti sono stati portati in salvo.

    “Abbiamo a bordo 166 persone tra cui 12 minori compresi bambini sotto i 5 anni e uno di 9 mesi”, spiegano in un comunicato. A bordo della nave umanitaria, che domenica 15 agosto ha intercettato in tutto altre 82 persone a bordo di imbarcazioni di fortuna nel corso di tre operazioni differenti, anche Cecilia Strada, che venerdì aveva appena terminato il salvataggio di 84 migranti di fronte alle coste libiche quando l’ha raggiunta la notizia della morte del padre, Gino Strada. “Non ero con lui, ma a fare quello che mi ha insegnato”, ha dichiarato Strada. Adesso la nave umanitaria si trova in acque italiane e attende l’assegnazione del porto.

    “ResQ è nata per dare aiuto alle persone in difficoltà in mare. Non chiediamo e non chiederemo a nessuno da dove viene e dove vuole andare. Per noi vale la legge del mare che impone di salvare le vite umane in difficoltà. Ci appelliamo con fiducia perché queste persone possano essere messe in sicurezza al più presto perché esse hanno bisogno di immediato conforto. Confidiamo che questo nostro appello venga accolto senza indugi e senza rimpalli. Ci commuoviamo per le vittime delle violenze in Afganistan, non giriamoci dall’altra parte quando le persone fuggono da guerre e fame. Stiamo parlando di vite umane. E per noi ogni vita è preziosa e insostituibile”, concludono Colombo e Scalettari

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