Il ragazzo della Guinea che il 9 maggio scorso era stato vittima di un pestaggio con spranghe e bastoni a Ventimiglia è morto suicida nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di corso Brunelleschi, a Torino. Il giovane, di età stimata/dichiarata 23 anni, era ancora in attesa di essere identificato. Lo riporta il quotidiano La Stampa, che sottolinea come le visite mediche abbiano rivelato un profondo stato di depressione, forse legato al fatto di essere rimasto bloccato in Italia senza poter raggiungere la sua destinazione finale, un Paese del Nord Europa, e senza lavoro.
Per questo motivo i sanitari avevano disposto che rimanesse per un periodo in isolamento in via cautelativa e, probabilmente, che seguisse delle terapie. L’altra notte, dopo l’ultimo controllo serale effettuato dagli addetti al Centro, il giovane ha realizzato un cappio rudimentale con le lenzuola e si è tolto la vita. Il corpo è stato trovato solo all’alba, senza alcuna traccia di violenza o colluttazione. L’ispezione effettuata dalla polizia, inoltre, non ha rilevato elementi che possano delineare uno scenario alternativo a quello del suicidio.
L’episodio avvenuto a Ventimiglia, che pare essere collegato al tentativo di furto di un cellulare da parte del ragazzo, ha portato all’identificazione e alla denuncia di tre italiani. La vicenda non sembra avere un nesso di causalità con il suicidio ma è possibile che abbia avuto un peso sulla fragilità psicologica del giovane. Il consolato della Guinea è stato aggiornato della situazione dalle autorità italiane, per ottenere una collaborazione nell’identificazione del ragazzo. Finora l’esame dei suoi pochi effetti personali non ha rivelato ulteriori indizi sulla sua identità e sulle motivazioni che lo hanno spinto a togliersi la vita.