Ilva, Michele Emiliano contro Arcelor Mittal
“Abbiamo motivo di ritenere che la vera ragione per cui Arcelor Mittal ha abbandonato Taranto non sia l’immunità penale, ma una nota crisi generalizzata del settore che ha indotto Mittal a ritenere di aver sbagliato a firmare il contratto. Sono eventi possibili nel mondo degli affari”. Lo ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano, durante la seduta del Consiglio regionale convocata oggi, martedì 5 novembre, in cui si è discusso del caso Ilva dopo la decisione di Arcelor Mittal di ritirarsi dall’accordo per la sua acquisizione.
“Ieri ho avuto modo, nel corso della Giunta, di avere contatto con il Presidente del Consiglio dei Ministri e con i Ministri riuniti nel Consiglio, con i quali abbiamo scambiato tutte le informazioni disponibili. Ovviamente, la posizione che la Regione Puglia e il Governo della Repubblica hanno assunto congiuntamente è quella di richiamare Arcelor Mittal al rispetto dei loro impegni contrattuali. Siamo dell’idea che essi non abbiano alcuna motivazione, di nessuna natura, per recedere dal contratto”, ha continuato il presidente della Regione.
“Sulla questione specifica dell’immunità”, ha proseguito Michele Emiliano, “riteniamo che il vero motivo del recesso sia in realtà una crisi generalizzata del settore, che è nota a tutti, che ha indotto Mittal a ritenere di aver sbagliato a stipulare il contratto, firmato solo poco tempo fa”.
“Riteniamo che le modificazioni verificate nel mercato dell’acciaio, con l’auto produzione di acciaio degli Stati Uniti, uniti ai dazi e alla produzione di acciaio carbon-free, impedisca ai fornitori asiatici ed europei di rifornire gli Usa. Così è scesa la domanda e il prezzo dell’acciaio”
“ArcelorMittal aveva già messo in cassa integrazione centinaia di persone. Sta utilizzando quindi, in maniera secondo noi molto scorretta, la questione della cosiddetta immunità penale come un pretesto”, ha aggiunto Emiliano.
“Ci auguriamo che al più presto si possa avviare una discussione più diretta con l’azienda, fermo restando che nulla è comunque pregiudicato. Se la strada che il Governo deciderà di percorrere è quella di mantenere aperta la fabbrica, noi cercheremo di fornire al Governo la collaborazione necessaria”.
“Abbiamo bisogno di programmare l’ipotesi della prosecuzione dell’attività, e voglio ricordare che la strada che la Regione Puglia aveva indicato ai Governi precedenti per quattro anni consecutivi, completamente inascoltata, era quella della de-carbonizzazione“, ha detto Emiliano.
“Si devono approfondire nuove tecnologie che consentano al processo industriale di andare avanti”.
“Se, viceversa, ci sono altre decisioni, occorre un piano di riconversione industriale che limiti o elimini gli effetti negativi sull’occupazione, che consenta all’area di Taranto di avere comunque un futuro economico, non certo problematico come quello che l’Ilva ci ha lasciato in questi cinquantanni, ma coerente con gli obiettivi di sviluppo del Paese e della nostra Regione”.
“Il mio appello a tutti è di non scadere in un confronto da talk show”, ha dichiarato il governatore.
Almeno noi pugliesi non dobbiamo fare questo errore. Nessuno fuori dalla Puglia conosce bene il problema come lo conosciamo noi, come lo conoscono i cittadini di Taranto, come lo conoscono tutti coloro che hanno provato dolore per l’infinita serie di morti sul lavoro: parliamo di centinaia di persone, negli anni, morte a causa dell’insicurezza dello stabilimento e centinaia, migliaia di persone morte prematuramente a causa dell’impatto ambientale di quella fabbrica”, ha continuato Emiliano nel corso della seduta del Consiglio.
“Noi abbiamo il dovere di rappresentare queste persone, con le nostre differenze, con i nostri punti di vista diversi, ma senza scadere nelle banali ricostruzioni che sento su tutti i media in questi giorni. Qui stanno solo cercando, in moltissimi, di spiegare il perché dei loro errori. Non si stanno preoccupando minimamente di quello che rischia di accadere in futuro. Questa assenza di prospettiva nel dibattito nazionale è sempre stato il vero problema della città di Taranto, della Provincia di Taranto, e se me lo consentite, della Puglia intera”.
“Siamo gli unici ad aver avuto sempre consapevolezza di quello che stava accadendo. Abbiamo previsto, se mi permettete, persino lo sganciamento di ArcelorMittal“.
Emiliano ha ricordato di aver sempre ritenuto che l’azienda fosse l’acquirente sbagliato, perché non interessato a proseguire l’attività.
“Il suo unico scopo era evitare che la fabbrica cadesse nelle mani di un suo concorrente, e acquisire clienti e quote di mercato”, ha continuato il governatore.
“Mi auguro di essermi sbagliato nel contrastare così l’acquisto dell’Ilva da parte di ArcelorMittal. Ricordo che persino all’interno della nostra maggioranza c’è ancora qualcuno che dice di non potermi sostenere nelle prossime elezioni per la mia posizione sull’Ilva: non mi riferisco al Movimento 5 Stelle. Si ritiene che io abbia contrastato in maniera eccessiva l’acquisto da parte di ArcelorMittal della fabbrica”.
“Mi darete atto, anche leggendo i verbali di questo Consiglio, che quello che sta accadendo io lo avevo previsto due anni fa. A questo punto smetterò di fare previsioni, perché rischiamo che con l’avverarsi delle stesse si debba provvedere a risolvere problemi ancora più grossi di quelli che altri non ci hanno messo nelle condizioni di evitare”, ha concluso Emiliano.