Michele Bravi chiede il patteggiamento nel processo per omicidio stradale. L’associazione familiari: “Vergognoso”
Michele Bravi è accusato di omicidio stradale. Il cantante, coinvolto in un incidente stradale il 22 novembre del 2018 nel quale è morta una donna, ha chiesto un patteggiamento nel processo: un anno e sei mesi di carcere.
In udienza il 23 gennaio 2020, era presente l’Associazione italiana familiari e vittime della strada, che ha chiesto di costituirsi parte civile, e ha definito la richiesta del cantante “vergognosa per chi ha ucciso una persona. Non si tratta di una cosa che può capitare a tutti, capita a chi sbaglia”.
Quella sera del 22 novembre, il cantante a Milano guidava un’auto del car sharing quando, facendo inversione in via Chinotto, ha travolto una donna, 58 anni, che era in sella a una motocicletta. La donna non ce l’ha fatta.
Il giudice di Milano – Aurelio Barazzetta – ha rinviato l’udienza all’11 marzo per la decisione finale, ma la procura di Milano si era dimostrata favorevole alla proposta di patteggiamento del cantante.
Michele Bravi a processo: l’associazione familiari contro il patteggiamento
La famiglia della donna rimasta vittima dell’incidente è stata risarcita ed è uscita dal processo. Su quanto ammonta il risarcimento, il legale di Bravi (Manuel Gabrielli) ha spiegato di non conoscere l’importo: “Sono dati riservati che nemmeno io conosco. La somma è stata pagata dalla compagnia di assicurazione”, ha spiegato come riporta l’Ansa.
L’associazione familiari e vittime della strada, che si è presentata in udienza per costituirsi parte civile come forma di protesta, ha specificato la sua posizione in merito alla richiesta di patteggiamento del cantante: “Una proposta irrisoria che svilisce la legge sull’omicidio stradale”.
“Il pm si è opposto alla nostra costituzione, dicendo che questo non è un caso di omicidio stradale aggravato e che un caso come questo poteva capitare a chiunque”, hanno aggiunto.
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