Le temperature nel mondo aumentano di anno in anno. I record che vengono registrati dall’Organizzazione mondiale della meteorologia riguardano non solo l’Italia ma tutti i Paesi del mondo. L’avviso di nuove ondate di caldo estremo deve essere preso molto seriamente – ha detto Petteri Taalas, segretario generale dell’ente delle Nazioni Unite – per prepararsi a limitare gli impatti sulla nostra salute, gli ecosistemi e le economie.
El Nino si verifica in media fra i 2 e i 7 anni, e dura fra i 9 e i 12 mesi. L’ultimo si era verificato nel 2016, e aveva contribuito (insieme all’effetto serra di origine umana) a rendere quell’anno il più caldo mai registrato. El Nino aumenta le precipitazioni in parti del Sudamerica, il sud degli Stati Uniti, il Corno d’Africa e l’Asia centrale. Causa invece gravi siccità in Australia, Indonesia, parti dell’Asia meridionale, America centrale e nord del Sudamerica.
Rischio caldo estremo “L’arrivo del Nino aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani”, ha spiegato il segretario generale della Wmo, Petteri Taalas. La dichiarazione dell’Organizzazione meteorologica, spiega ancora Taalas, “è il segnale lanciato ai governi del mondo perché si preparino a limitare gli impatti sulla nostra salute, gli ecosistemi e le economie”.
Attenzione agli eventi estremi “Avvisi tempestivi e azioni preventive nei confronti degli eventi meteorologici estremi associati con questo fenomeno climatico sono vitali per salvare vite e mezzi di sostentamento”, avvertono dal Wmo.
La Nina Il fenomeno opposto del Nino, cioè il raffreddamento del Pacifico tropicale centrale e orientale, viene detto La Nina, ed è terminato all’inizio del 2023.