Per la serie ultime parole famose, segnatevi queste di Mario Draghi alla XIV Conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici dell’Italia nel mondo: «L’arrivo della stagione invernale e la diffusione della variante Omicron ci obbligano alla massima cautela. Il contrasto alla pandemia non è una questione soltanto interna, ma un tema centrale per la politica estera».
Chissà se il ministro degli Esteri Luigi Di Maio se le è ricordate, il 28 dicembre, quando al ritorno da una missione a Tunisi si è ritrovato positivo al Covid. Dal discorso di Draghi era passata appena una settimana. E in quella settimana, secondo il tam-tam della Farnesina, tra i cento reduci dalla conferenza Omicron ha galoppato. Altro che «massima cautela». Al tendone allestito davanti al ministero, racconta un diplomatico che ovviamente chiede l’anonimato, «ben pochi degli ambasciatori arrivati da mezzo mondo si sono sottoposti al tampone.
Non era obbligatorio, malgrado alcuni fossero reduci da viaggi aerei durati ore e durante i quali potevano essere stati vittima di contagio. Ci si è accontentati del tampone negativo fatto alla partenza». Perfetto. Qualche anima responsabile si è sottoposta al test, scoprendosi positiva alla faccia del tampone precedente, e ha abbandonato la conferenza per mettersi in quarantena. Ma la maggior parte ha tirato dritto, affollando la sala riunioni del ministero per due giorni consecutivi. Lì hanno parlato sia Mario Draghi sia Sergio Mattarella (è stato il saluto finale del settennato), oltre naturalmente al padrone di casa, Di Maio. E alla fine della conferenza ecco per tutti una bella foto ricordo con poca attenzione alle distanze di sicurezza: davanti al ministero, ben immortalati senza mascherina, spiccano sorridenti i sottosegretari Marina Sereni, Benedetto Della Vedova e Manlio Di Stefano. Poco più in là, ecco Di Maio ed Ettore Sequi, l’ex ambasciatore in Cina che lo stesso Di Maio…
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