“Da qui non esci vivo”: Medico nero aggredito e minacciato in Veneto durante una visita fiscale
“Da qui non esci vivo. Tu firmi che ero in casa o ti spacco la testa”. Sono le minacce che un medico dell’Inps originario del Camerun, sostiene di aver ricevuto a Chioggia qualche giorno fa, quando è stato aggredito con pesanti insulti razzisti durante una visita fiscale. Un episodio che il medico di 30 anni ha denunciato ai carabinieri ma che lo ha anche spinto a chiedere il trasferimento per il timore di possibili ritorsioni sulla sua famiglia.
Il medico, in Italia dal 2010, ha dichiarato al Corriere del Veneto di essere stato aggredito da un lavoratore che non aveva trovato in casa durante una visita fiscale in un condominio nella periferia della città veneta. “Ha chiuso il portone, in modo da impedirmi di uscire dal cortile del condominio e ci ha piazzato davanti una sedia, sulla quale si è seduta una ragazza. Urlava, mi intimava di mettere nero su bianco che l’avevo trovato regolarmente in casa. Altrimenti, diceva, mi avrebbe tagliato la testa”, ha detto al quotidiano, aggiungendo che l’operaio gli ha poi strappato dalle mani il tablet usato e l’ha scagliato contro la parete, rompendolo.
“Mi spingeva, premendomi le dita sul torace. E intanto urlava: “Negro di merda, da qui non esci vivo”, “Non puoi venire in Italia a fare il cazzo che ti pare”, “Tu mi firmi che ero in casa o ti spacco la testa”. È stato orribile”, ha detto, affermando che tutto il vicinato ha assistito alla scena senza aiutarlo.
L’operaio gli avrebbe anche strappato di mano il cellulare, restituendolo solo dopo aver ottenuto l’indirizzo della sua abitazione affermando che così avrebbe saputo dopo si trova la sua famiglia. Mentre il medico saliva in auto, gli avrebbe strappato la maniglia per poi salire su un motorino guidato da un’altra persona, seguendolo per un alcune centinaia di metri.
Oltre ad aver sporto denuncia ai carabinieri, il medico ha affermato di aver chiesto anche il trasferimento all’Inps. “Ho paura per la mia famiglia, non posso lavorare in queste condizioni”, ha detto al Corriere del Veneto, aggiungendo di aver scelto di denunciare l’aggressione per sua figlia di due anni. “Non sopporto l’idea che cresca in una società dove ci sono ancora individui che usano il colore della pelle per insultare”.