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    Media for Democracy Monitor 2020: il giornalismo come professione precaria e routinizzata

    Di TPI
    Pubblicato il 21 Dic. 2020 alle 16:29 Aggiornato il 21 Dic. 2020 alle 16:29

    La qualità del lavoro giornalistico e il grado di soddisfazione di coloro i quali lo praticano sembrano essere a rischio in ognuno dei diciotto Paesi oggetto dell’analisi del progetto di ricerca “Media for Democracy Monitor 2020”; l’incertezza che domina il settore dei media conduce a un preoccupante declino nel campo della sicurezza sul lavoro che si riflette in molti dei contesti nazionali considerati.

    All’interno dello stato di continua evoluzione tanto della professionalità quanto della sicurezza del lavoro nel campo giornalistico entro i diversi mercati mediali, emergono due tendenze di grande interesse, caratterizzate da diversi gradi di intensità e influenza sui singoli contesti nazionali. Da un lato, l’uso sempre più diffuso di contratti a tempo determinato; dall’altro, il ricambio generazionale all’interno delle redazioni, finalizzato principalmente al risparmio di risorse in tempi di crisi.

    Questi sono alcuni dei risultati principali della ricerca “Media for Democracy Monitor 2020”, condotta entro le attività dell’ Euromedia Research Group in diciotto Paesi (Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Hong Kong, Islanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Corea del Sud, Svezia, Svizzera, Regno Unito) nel corso della prima metà del 2020 (www.euromediagroup.org/mdm).

    Sebbene il giornalismo sia percepito come una professione “aperta”, nella maggior parte dei Paesi una percentuale considerevole di giornalisti è costituita da persone altamente istruite, in possesso di un diploma universitario, non necessariamente in discipline legate alle scienze della comunicazione o agli studi giornalistici. Nonostante ciò, la qualità del lavoro e la soddisfazione di coloro i quali la praticano sembrano essere in pericolo, sotto la spinta di un insieme di fattori comuni ma diversamente articolati nei contesti nazionali:

    Le questioni sopra riportate compongono l’immagine di una professione precaria e routinizzata, con grandi difficoltà a raggiungere l’obiettivo di un giornalismo di qualità e alla realizzazione di prodotti originali. Esistono però notevoli eccezioni, come i Paesi Bassi dove, nonostante le vulnerabilità a livello locale, la professione giornalistica risulta essere al suo stato di maggiore evoluzione. Per contro, in molti Paesi, l’incertezza che domina il settore dei media, insieme alla diminuzione della sicurezza del lavoro, si riflette chiaramente in fenomeni quali:

    Un’eccezione degna di nota è l’Austria, dove, nonostante l’esistenza di scarse risorse e l’alta pressione della redazione, i giornalisti godono di un’elevata sicurezza del lavoro.

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