Stamattina in piazza a Bologna ha sfilato la marcia mondiale per la pace. In testa al corteo, dietro lo striscione “Bologna cammina per la pace”, il Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini.
Dal palco in piazza del Nettuno, Landini ha dichiarato con forza: “La rivolta sociale e la lotta per la pace sono la stessa cosa! Di fronte alle ingiustizie, alle disuguaglianze, allo sfruttamento e all’aumento delle spese per le guerre, non possiamo restare inerti. Se non si avverte il bisogno di scendere in piazza e unirsi agli altri per ribellarsi, io alzo le braccia!”
Raggiunto poi dai microfoni di TPI ha detto:
Segretario, può commentare le parole del ministro Matteo Salvini, che si è detto favorevole all’accoglienza di Netanyahu in Italia, nonostante la condanna del Tribunale Internazionale dell’Aia?
“Quello che ha stabilito la Corte è un fatto evidente. Il governo italiano ha una grande responsabilità per quanto accaduto, ed è fondamentale essere coerenti sulla condanna dei crimini. Allo stesso tempo, il modo in cui il governo sta reagendo mette a rischio l’esistenza stessa del popolo palestinese. Serve un cessate il fuoco immediato. Chi oggi mette in discussione il ruolo dell’ONU porta una gravissima responsabilità, favorendo il ritorno della guerra come strumento per regolare i rapporti internazionali. Dobbiamo prendere parola e batterci per la pace.”
Sull’escalation del conflitto globale, cosa pensa dell’aumento delle tensioni legate ai missili a media e lunga gittata tra Stati Uniti, Regno Unito e Russia?
“Sono molto preoccupato. Siamo in una situazione drammatica, con un rischio concreto di una guerra nucleare che potrebbe espandersi. C’è una corsa agli armamenti che tutti fanno finta di non vedere, mentre le risorse per sanità, scuola, lavoro e diritti vengono tagliate. Non possiamo accettare che la guerra diventi un mezzo normale di relazione tra le nazioni: è una logica che mette in discussione la vita stessa delle persone.”
Quale, a suo parere, potrebbe essere la soluzione per il conflitto in Ucraina?
“Bisogna fermare ogni forma di guerra e avviare negoziati di pace. Serve una conferenza internazionale che affronti i cambiamenti globali e costruisca una logica di pace tra i popoli. Non possiamo voltarci dall’altra parte: oggi più che mai, è necessaria una battaglia per la pace.”
Pace e scioperi: due facce della stessa medaglia? Secondo lei c’è un collegamento tra le piazze per la pace e quelle degli scioperi?
“I disastri che stiamo vivendo, dall’inflazione alla crisi economica, hanno origine nella guerra. Le piazze per la pace, come quella di oggi, sono fondamentali per ribadire l’urgenza di una soluzione pacifica.”
Manca una settimana allo sciopero generale del 29 novembre, cosa vi aspettate?
“Ci aspettiamo una grande partecipazione. Lo sciopero arriva dopo tante altre iniziative: dagli scioperi dei metalmeccanici e dei chimici a quelli del trasporto pubblico e della scuola. La gente non riesce più ad arrivare a fine mese, i livelli di ingiustizia sono insostenibili, e i giovani affrontano una precarietà cronica. Il governo dipinge un mondo che non esiste, mentre i tagli colpiscono sanità, scuola e servizi essenziali. C’è una metà del Paese che non si sente rappresentata: a loro bisogna dare risposte. Il 29 sarà una giornata importante, ma non sarà la fine: continueremo finché non arriveranno soluzioni concrete ai problemi reali delle persone.”
La manifestazione di oggi ha rappresentato un forte momento di mobilitazione e un richiamo alla pace e alla giustizia sociale, un messaggio che, secondo Landini, deve diventare il cuore di un cambiamento duraturo per il Paese e il mondo.
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