Puntuali, con la fine di gennaio, arrivano le prime notizie ufficiali sugli esami di Stato. Il ministero dell’Istruzione ha comunicato le materie delle prove scritte del prossimo giugno e quelle che saranno affidate ai commissari esterni. Dopo le tante novità del 2019 – con un esame profondamente riformato – la struttura della maturità 2020 resta grosso modo invariata rispetto a quella della scorsa estate: doppia materia in seconda prova (ovviamente in quegli indirizzi dove c’è più di una disciplina caratterizzante) e, per diversi indirizzi, Italiano – disciplina di prima prova – è stata affidata al commissario interno. Un’unica variazione, ma di quelle che pesano: proprio lo scritto d’indirizzo, a differenza del 2019, verrà in molti casi corretto da un commissario esterno. Una decisione che ha gettato nello sconforto tantissimi studenti. A dare voce al loro malcontento un sondaggio effettuato da Skuola.net – su 500 maturandi – immediatamente dopo l’annuncio.
Erano pronti a tutto, tranne che a questa “sorpresa” da parte del Miur. Così, facendo un primo bilancio dell’esame che andrà ad affrontare, il 42% pensa che la maturità 2020 sarà decisamente più difficile di quella dei propri predecessori (che peraltro si dimostrò già piuttosto ostica). Un altro 50% ritiene che, nonostante la seconda prova sia almeno sulla carta più complicata, alla fine l’esame sarà quasi una fotocopia di quello del 2019. O almeno lo vuole sperare. Appena l’8%, invece, è fiducioso a tal punto da immaginare una maturità più semplice. Sarà perché, dopo la prova del fuoco dell’anno scorso, sa già di che si tratta?
La conferma che la ‘colpa’ di una visione così pessimistica sia da attribuire quasi tutta all’assegnazione dei commissari (specie in seconda prova) arriva quando si chiede ai ‘diplomandi’ come giudicano gli abbinamenti: più della metà (51%) avrebbe preferito altre scelte da parte del Ministero. Circa 1 su 4, però, vuole guardare il bicchiere mezzo pieno e afferma: “Poteva andare peggio”. Per l’11% i professori esterni, così distribuiti, non sposteranno più di tanto l’esito dell’esame. Solo il 10%, infine, si dà un tono e accetta di buon grado la decisione.
Una cosa però è certa: il secondo scritto, quello più importante, affidato a un docente che non li conosce, proprio non va giù ai ragazzi. Più di 2 su 3 – il 67% – avrebbero fortemente voluto quello interno, come la scorsa volta. Solo 1 su 3, forse rassegnato, dice che va bene lo stesso. Attenzione, però: tra loro potrebbero celarsi quei pochi fortunati che avranno il commissario interno in seconda prova (come, ad esempio, alcuni liceali dell’artistico e del musicale-coreutico o alcuni studenti dei tecnici). Per il resto, tutto secondo le previsioni. In primis la doppia materia al secondo scritto praticamente ovunque era possibile, largamente attesa: ad aspettarsela oltre i due terzi del campione (69%). Una scelta che per il 51% era addirittura scontata.
Ma, nel resoconto dei maturandi, non tutto è da buttare. C’è anche spazio per un attestato di stima nei confronti della ministra Azzolina. Per cosa? Per aver confermato la mini-riforma annunciata dal suo predecessore Fioramonti e aver abolito le odiate buste (da cui partiva il colloquio orale): per il 45% degli intervistati è un’ottima cosa, che renderà meno aleatoria la parte finale dell’esame; per il 39% non è un elemento in grado di cambiare il risultato finale; solamente il 16% le avrebbe mantenute in piedi (saranno stati sinceri?).