In queste ore la macchina della propaganda della “Bestia” si è messa in moto e macina a pieno regime. Questa volta la vittima prescelta da Matteo Salvini non è la nave di una ong tedesca battente bandiera olandese ma un’organizzazione non governativa italianissima, Mediterranea, a bordo di una barca a vela al 100% italiana, la “Alex”, che giovedì sera ha salvato da morte certa 54 persone che si trovavano strette su un gommone alla deriva, inseguite dalla guardia costiera libica. Cambiano i nomi, mutano i protagonisti, ma il copione è sempre lo stesso. I nemici non sono l’immigrazione clandestina, i trafficanti di esseri umani, la tratta dei migranti, ma uno e uno soltanto che si può riassumere con appena tre lettere: ong. Un nemico comodo, chiaro, riconoscibile, da dare in pasto all’opinione pubblica per deviare l’attenzione dai fallimenti di questo governo in tema di welfare, lavoro, economia, Europa, scuola.
E allora riannodiamo per un attimo i punti cruciali di questo ennesimo, pretestuoso, braccio di ferro e ricostruiamoli un pezzo alla volta, per smontare la retorica sovranista, ricostruire i tasselli mancanti della vicenda e riappropriarci, ancora una volta, contro ogni evidenza, della verità.
No, Mediterranea non ha rifiutato Malta. Ha accettato come porto La Valletta, nonostante non sia, né per le carte nautiche, né per la legge, né per il buon senso, il porto sicuro più vicino. E lo ha fatto nell’esclusivo interesse dei naufraghi.
No, Mediterranea non ha chiesto l’impunità, come ha sostenuto il ministro degli Interni, bensì semplici garanzie a tutela dei naufraghi e dell’equipaggio: 1) Di poter navigare verso Malta con solo 18 persone a bordo: la massima capienza per la Alex (in questo momento sono 57); 2) Di poter far sbarcare le persone a bordo al limite delle acque territoriali maltesi, per non dover essere sottoposti al regime di un paese straniero come Malta, che già in passato ha sequestrato le imbarcazioni ong senza alcuna motivazione legale e la benché minima trasparenza. Chi delinque cerca “impunità”, mentre Mediterranea non ha commesso alcun reato, salvo quello di umanità.
No, Salvini non ha mai chiuso i porti. Li ha solo chiusi alle ong. Negli ultimi 15 giorni sono sbarcati in Italia quasi 500 migranti (dati del Ministero degli Interni), tra gommoni, barchini e mezzi privati. E, anche questa volta, l’accordo capestro tra Italia e Malta siglato alle 2.30 della scorsa notte prevedeva lo sbarco a La Valletta dei 54 migranti a bordo dell’Alex in cambio di 55 oggi detenuti a Malta. Accordo a cui giustamente Mediterranea non si è prestata.
Falso. Una volta fatti sbarcare donne incinte, madri e bambini in fasce, restano a bordo 46 migranti più 11 dell’equipaggio su una imbarcazione a vela di meno di 20 metri che ne può portare al massimo 18: siamo tre volte oltre il limite massimo di capienza, mentre il cibo scarseggia, manca l’acqua dolce per lavarsi, in condizioni igienico-sanitarie ormai al collasso, con casi diffusi di scabbia e pidocchi.
Questa è la realtà. Poi c’è la propaganda. Sulla pelle dei migranti e sulla pancia degli italiani. A cui chi fa informazione oggi ha il dovere di rispondere coi fatti. Perché c’è solo un modo per disinnescare la narrazione di Salvini e dei seminatori d’odio sul tema immigrazione: e non è smettere di parlarne, ma cominciare a raccontare la verità.
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